Giovedì 25 Aprile 2024

Dossier Agroeconomy

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ANCHE NEL 2021 il Grana Padano ha confermato conferma di essere il più importante player del latte italiano, consolidando altresì la sua posizione di prodotto Dop più consumato al mondo. La ripartenza del settore ristorazione e fuori casa ha portato, come previsto, ad una diminuzione degli acquisti nel retail (-1,4% nei primi 9 mesi del 2021) in Italia e a un recupero del + 9,1% dell’Horeca. Tuttavia, da gennaio a ottobre 2021, i consumi di Grana Padano hanno fatto registrare un complessivo +1,4% grazie al +5,8% dei primi 8 mesi di export.

La Germania, primo mercato estero, ha fatto +3,1% (più di un quarto del totale esportato). Sta correndo il Belgio (+ 21,45%) così come la Svezia (+18%). Gli Usa si confermano il terzo mercato estero, Francia seconda, Svizzera quarta. Dall’assemblea generale sono venute alcune indicazioni strategiche. Più produzione. "Grazie all’adozione del nuovo Piano Produttivo 2022-2024 ad ogni caseificio richiedente verrà assegnato aggiuntivamente l’1% del proprio riferimento produttivo – ha spiegato Stefano Berni, direttore generale del Consorzio – . Questo provvedimento, unito al ripristino dell’intero riferimento produttivo dopo la decurtazione deliberata a seguito della pandemia, consentirà nel 2022 di partire con un’assegnazione complessiva della produzione di un + 2,2% rispetto al 2021".

Poi nuovo piano di marketing e comunicazione con l’obiettivo di potenziare i consumi (stanziati circa 38 milioni di euro, investimento al massimo storico). Il 2022 vedrà anche la modifica del disciplinare di produzione depositato a Bruxelles, finalizzata a valorizzare ulteriormente la qualità del formaggio e del latte delle 4.000 stalle destinate a Grana Padano, con un’ulteriore apertura ai nuovi scenari di sostenibilità di filiera e benessere animale. "Tutto ciò per offrire ai consumatori un prodotto sempre più genuino e adeguato ai gusti di oggi, nel rispetto delle antiche tradizioni di un territorio e della sua gente", dicono all’unisono il presidente Renato Zaghini e il direttore generale Stefano Berni (nella foto).