Giovedì 25 Aprile 2024

Caviro investe nel fertilizzante naturale

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IL GRUPPO CAVIRO investe 8,5 milioni di euro per la produzione a Faenza, in provincia di Ravenna, di una nuova tipologia di fertilizzante naturale: l’Ammendante compostato da scarti della filiera agroalimentare, Acfa, che, rispetto ai concimi chimici, ha un costo contenuto e fornisce un apporto di sostanza organica e nutriente ai terreni. La settimana scorsa c’è stato il taglio del nastro (nella foto in basso) del nuovo impianto nello stabilimento Caviro Extra, che ha una capacità produttiva di circa 50.000 tonnellate all’anno ed è di proprietà di Enomondo, società partecipata da Caviro Extra e Herambiente. Come sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, "per perfezionare la transizione ecologica servono molti investimenti, sia privati che pubblici". Sul secondo fronte si utilizzeranno anche le risorse del Piano di sviluppo rurale, 913 milioni di euro nel periodo 2023-27.

Per quest’anno Caviro stima una produzione da parte dello stabilimento faentino di oltre 130.000 tonnellate di prodotti fertilizzanti destinati all’agricoltura, di cui 75.000 tonnellate costituite dalle tre tipologie di ammendanti: compostato misto, compostato verde e Acfa. Così si offre "un ulteriore servizio agli agricoltori e ai soci – spiega l’amministratore delegato di Enomondo Sergio Celotti –. Il tutto nell’ambito di un contesto mondiale di "aumento considerevole" dei prezzi dei fertilizzanti e di scarsa disponibilità degli stessi.

Più nel dettaglio dell’impianto, all’interno delle navate vengono formate corsie composte da sfalci e potature e digestato proveniente dagli impianti di digestione anaerobica di Caviro Extra, impianti dedicati alla produzione di biogas, che vengono periodicamente rivoltati da una grande macchina rivolta cumuli. Questo processo consente l’aereazione del prodotto e ne agevola la naturale fermentazione. Alla fine il prodotto osserva un periodo di curing e in seguito viene vagliato e approntato per la spedizione. L’impianto è predisposto per aumentare la produttività a 80.000 tonnellate l’anno, per andare incontro alle crescenti richieste del mercato. Con questo impianto Cavito aggiunge un ulteriore tassello alla sua economia circolare, dopo l’impianto di biometano e il recupero di Co2.