Venerdì 26 Aprile 2024

Boom dei costi: filiera avicola a rischio redditività

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LE CARNI DI POLLO restano tra le preferite dagli italiani. E questo nonostante l’aumento dei prezzi trascinato dall’inflazione e dall’aumento dei costi. Per Antonio Forlini presidente di UnaItalia (l’associazione delle imprese di carni bianche) lo scenario oggi è critico. "Secondo i dati Ismea (presentati al Poultry Forum organizzato da Fieravicola con UnaItalia e Assoavi) nel 2022 abbiamo assistito a un +18% dei prezzi rispetto allo scorso anno e a un +22% rispetto al 2019. L’avicoltura rimane tra i settori maggiormente colpiti dalla crescita esponenziale dei costi di produzione, che nel 2022 segnano un +80% per i prodotti energetici e +27% per i mangimi. Aumenti che generano preoccupazione per i consumi e che mettono a rischio la redditività delle nostre imprese". La filiera avicola italiana – dicono all’unisono UnaItalia e Assoavi (la filiera delle uova) – vuole continuare a produrre e garantire proteine nobili a tutti i cittadini: "Serve l’impegno di tutti gli attori, dalle filiere alla distribuzione e alle istituzioni, per limitare al massimo la ricaduta sui consumatori degli aumenti dei costi. Chiediamo un confronto con il nuovo governo per tutelare il comparto avicolo, una eccellenza del Made in Italy".

Al Poultry Forum Ismea ha fotografato l’andamento di mercato e dei consumi di carni bianche e uova nei primi 10 mesi dell’anno. Per le carni dopo un 2021 decisamente difficile, oltre che poco remunerativo per i prezzi all’origine del pollo, nel 2022 i prezzi hanno toccato un picco nel mese di maggio (1,79 eurokg), poi una flessione estiva e nuova inversione di rotta a ottobre (1,59 eurokg, +38% su ottobre 2021). Per le uova da galline allevate trend in continua crescita fino a 0,18 europezzo in ottobre (+31% su ottobre 2021).

Diverso il discorso sulla redditività. Energia e mangimi hanno impattato pesantemente sulla zootecnia nazionale già nel corso del 2021, con una spinta ulteriore nel corso del 2022. Secondo l’Indice Ismea le voci più pesanti sono +80% i prodotti energetici e +27% per i mangimi. Per le carni fino ad ottobre redditività abbastanza in equilibrio; diverso il discorso per le uova. Nonostante prezzi in continua ascesa da un anno, nel 2022 l’incremento non riesce a far fronte alla crescita ben maggiore dei costi, con netto deterioramento della ragione di scambio (88,8), cioè della redditività. "Il prodotto uova soffre da un anno – dice Stefano Gagliardi direttore di Assoavi – Con l’inflazione in crescita sono in molti (soprattutto anziani e famiglie numerose) che ricorrono alle uova come bene conveniente, sano e versatile in cucina e questo nonostante i prezzi aumentati a settembre del 14% circa".

"Ci aspettiamo consumi in ripresa nell’ultimo trimestre – dice il vicepresidente Assoavi, Filippo Cerulli – per un prodotto apprezzato per le qualità nutrizionali a prezzi accessibili e competitivi". E i consumi? Nel post pandemia cambiano alcuni atteggiamenti nei confronti dei proteici: le carni rosse insieme a latte e derivati vengono sostituiti da uova, salumi e formaggi e carni bianche (+3%). Nelle dinamiche di acquisto tra i consumatori di carne si rileva un certo spostamento dalle avicole verso le carni suine motivato dal maggior aumento dei prezzi delle carni bianche (+22%) rispetto alle suine (+4%) e bovine (+8%). Il prezzo medio delle carni bianche, infatti, ha superato per la prima volta quello della carne suina. Cosa si preferisce acquistare? Sempre più apprezzate le carni elaborate per l’alto contenuto di servizio.