Venerdì 26 Aprile 2024

Io, fan di Caterina. Sempre con lei

Negli anni Settanta frequentavo la scuola elementare ed ero una bimba tranquilla, ma letteralmente pazza di Caterina Caselli. Così le scrissi e la sua risposta è incorniciata nel mio ufficio

Caterina Caselli nel 1966

Caterina Caselli nel 1966

Mi chiamo Maria Antonia, ma da sempre per tutti sono Trilli. Erano gli anni ’70, facevo la prima elementare: una bambina assennata, studiosa, precisa in tutto. Una cosa però mi faceva andare fuori giri: le canzoni. A Natale avevo avuto in regalo uno di quei mangiadischi che adesso trovi nei negozi di modernariato o nei mercatini: grosso, di plastica arancione. E dalla mattina alla sera non facevo che ascoltare musica. Ricordate i 45 giri? Quelli. Si infilavano di taglio nella fessura spingendo fino in fondo, poi si schiacciava il bottone bianco e via: il sogno partiva. Ero capace di ascoltare la stessa canzone dieci o venti volte di seguito, fino a consumare il microsolco. Una in particolare, di qualche anno prima: «arrivederci amore ciao», cantava Caterina Caselli. Per la verità non so se fosse il vero titolo, magari era Insieme a te non ci sto più, però insomma: ci siamo capiti. Adoravo Caterina: ero una sua fan sfegatata, volevo diventare come lei. Tanto che un giorno presi carta e penna e feci una cosa da bambina intrepida. Le scrissi una letterina. Calligrafia rotonda perfetta, rifinita allo sfinimento: cara Caterina, sono Trilli, una bimba di Bologna, vorrei dirti...

Ci volle un giorno intero per scriverla, neppure con Babbo Natale ci avevo messo tanta attenzione. Ma alla fine la lettera partì. Potete immaginare come mi sono sentita tre settimane dopo, quando mia nonna ha sfilato dalla cassetta delle poste una lettera indirizzata a me? Sul retro l’intestazione: Rai Tv, via Teulada 66, Roma. L’aprii incredula. Cominciava così: carissima Trilli, mi ha fatto molto piacere ricevere le tue belle righe di piccola ammiratrice... Firmato: Caterina Caselli. Quel foglio è incorniciato nel mio ufficio. E ascolto le vecchie canzoni di allora. Quel tempo non passerà mai: Caterina, insieme a te ci sto ancora.