Giovedì 25 Aprile 2024

Helmut Newton a Venezia: donne guerriere, moda e ritratti. L’eros in 200 scatti di un mito

Fino al 7 agosto in mostra alla Casa dei Tre Oci i grandi nudi stattati dal fotografo degli anni Settanta

Self-Portrait with Wife and Models,  Big Nudes Vogue Studio, Paris © Helmut  Newton

Self-Portrait with Wife and Models, Big Nudes Vogue Studio, Paris © Helmut Newton

Venezia, 11 aprile 2016 - Dicono fosse impossibile camminarci, su quei tacchi. Che le modelle li indossassero, immobili, giusto il tempo dello shooting fotografico, con il collo del piede teso allo spasimo, quasi a voler rassodare polpacci, cosce e glutei. Rigorosamente nudi. Niente a che vedere con i grossolani plateau imposti dalla moda di oggi: i décolleté calzati dalle magnifiche creature ritratte da Helmut Newton (1920/2004) hanno fatto sognare generazioni di uomini. E di donne. Già, perché non esiste una predilezione di genere fra i 200 scatti (127 in bianco e nero, 77 a colori) proposti dalla mostra in corso alla Casa dei Tre Oci, a Venezia, alcuni originali e unici, di cui esistono solo tre copie al mondo, che il fotografo destinò rispettivamente alla moglie, alle mostre, e alla Fondazione berlinese che si occupa della sua opera. Ritratti di amici, come Paloma Picasso, Charlotte Rampling, un giovanissimo Karl Lagerfeld e un esangue Andy Warhol, foto ispirate a  capolavori dei maestri della pittura, primo fra tutti Goja e la sua  “Maja desnuda”.

Ma soprattutto immagini capaci di solleticare il gusto, la vista e le corde di ciascuno, su qualunque sponda lo si collochi. Figure femminili perfettamente a loro agio in contesti eleganti e location sempre all’altezza delle aspettative, a colori o black and white  (Newton scattava sempre con due macchine fotografiche): parchi, ville, attici, piscine, hotel di lusso. Gli uomini? Raffinati, forse un tantinello distratti, senz’altro non all’altezza dell’altra metà del cielo,  proposta come vera detentrice del sesso forte. Scene di eros potente, senza scadere nell’osceno, nel troppo esplicito: labbra su labbra, seni, carezze, ragazze sellate, qualche colpo di frusta e quadri sadomaso. Ninfe costrette in busti ortopedici o legate in pose  bondage e manichini, tanto che il profilo Facebook della mostra è stato censurato. Ma a lui, al mago dell’obiettivo, daltonico (nella vita) e mai banale, si perdona tutto. Anzi, quel pizzico di violenza saffica riesce a dare un tocco di sapore in più a inquadrature classiche e  ambienti fin troppo chic.       Nnon a caro «il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare» sono le sue parole, sapientemente condensate da Matthias Harder e Denis Curti, i curatori, nell’esposizione allestita alla Giudecca e organizzata da Civita Tre Venezie con la Helmut Newton Foundation. Frutto di un progetto nato nel 2011 per volere di Jane Newton (in arte Alice Springs, vedova del fotografo), la rassegna presenta immagini di “White Women”, “Sleepless Nighs” e “Big Nudes”, i primi tre libri pubblicati negli anni ’70 da Newton e oggi entrati nel mito, con al centro l’immagine femminile. Nel primo, quello del 1976, il fotografo berlinese emigrato e naturalizzato australiano a causa delle leggi razziali di Hitler introdusse, con la complicità della reclame di un impermeabile trasparente, il nudo nella fotografia di moda.

 Il secondo libro ha un carattere più introspettivo e l’uso della fotografia di moda appare un pretesto per realizzare qualcosa di più personale. Ma è con “Big Nudes” che il mago dell’obiettivo dissacrante e innovatore si ritaglia un ruolo di protagonista: pubblicato nel 1981, presenta 39 scatti in bianco e nero, immagini di grande formato che spiazzano, quasi sopraffanno, lo spettatore. Nell’autobiografia del 2004 Newton spiega come i nudi a figura intera ripresi in studio gli fossero stati ispirati dai manifesti diffusi dalla polizia tedesca per ricercare gli appartenenti al gruppo terroristico della Raf (Rote Armee Fraktion) e non dall’eros. «Jude ha scelto di avvicinare foto fatte su committenza ad altre che Helmut aveva scattato per se stesso, per rendere visibile una doppia realtà, alla scoperta del gesto artistico», confida Denis Curti ossevando compiaciuto la foto simbolo della mostra. Protagonista, ancora una volta, un impermeabile. «Avrebbe dovuto indossarlo la modella per una rivista - spiaga  - : Newton glielo tolse e decise di metterselo, scattando una foto allo specchio con la modella riflessa vestita solo dei suoi décolleté vertiginosi, lui intento alla messa a fuoco  e la moglie seduta, in paziente attesa».

Titolo Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes Sede Casa dei Tre Oci, Giudecca 43, Venezia (vaporetto fermata Zitelle) Orari Tutti i giorni 10-19, chiuso martedì. Fino al 7 agosto Biglietti Intero 12 €, ridotto 10 Info & prenotazioni Tel. 041/2412332  [email protected] www.treoci.org

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