Mercoledì 24 Aprile 2024

Zero file in farmacia Madrid preferisce vivere

di Corrado Piffanelli

La prima cosa che sorprende della Spagna è l’assenza totale di file nelle farmacie. Scordatevi di vedere le scene da "tamponite" cui assistiamo in Italia. Le farmacie da Barcellona a Jerez de la Frontera non fanno antigenici né molecolari. Una fortuna per i centri medici che li effettuano a 30-40 euro l’uno (gli antigenici) e a 90-120 (i molecolari) con un doppio risultato: dissuadere gli spagnoli dall’abusarne come avviene in Italia e fare affari d’oro grazie all’obbligo almeno dell’antigenico per il rientro in Italia dei turisti in vacanza.

La presa di posizione ieri del Premier Sanchez di fatto è stata preparata dagli spagnoli stessi: molto attenti e consapevoli, ma anche prudenti nell’affrontare i dati epidemiologici senza un allarmismo diffuso. In pratica in Spagna con il vaccino si fa tutto (cinema, ristoranti, mezzi pubblici) ed i controlli in entrata sono severi agli aeroporti sia per il green pass sia soprattutto per il form sulla salute che altri controllano più blandamente (Italia compresa). Così il paese, nonostante 292 mila nuovi casi e 202 morti negli ultimi tre giorni, affronta l’emergenza senza isterie: con oltre il 90% di vaccinati e l’acquisto già programmato in questo mese di 344.000 dosi del farmaco anti-Covid orale di Pfizer. Per il tampone le strade sono due: il fai da te per chi banalmente vuole andare a cena tranquillo con gli amici, l’ospedale o il centro medico per problemi più seri.

Dalla fine di dicembre è stato introdotto anche l’obbligo di mascherine all’aperto, peraltro spesso eluso soprattutto nelle zone di mare. Dove, complici le temperature già primaverili, è difficile non essere costretti a fare la coda: non per la farmacia, però, ma semplicemente per trovare posto per pranzare sulla spiaggia di Barceloneta o di Valencia.