Giovedì 25 Aprile 2024

Willy, cosa è successo: i punti fermi (e quelli da chiarire) sull'omicidio di Colleferro

Dall'autopsia sul cadavere martoriato al racconto dei testimoni che accusano in massa i fratelli Bianchi. Dalla difesa degli accusati alla violenza cieca, riportata dal gip nell'ordinanza

Gabriele Bianchi, 26 anni (Facebook)

Gabriele Bianchi, 26 anni (Facebook)

11 settembre 2020, Colleferro (Roma) - Ecco i punti fermi della morte del 21enne capoverdiano e residente a Paliano, Willy Monteiro Duarte, ammazzato di botte a Colleferro la notte di sabato 5 settembre. La vicenda ha attirato l'attenzione della politica, con il premier Conte che sarà ai funerali domani; del mondo vip (con tanti tweet o post sui social), dell'avvocatura e di varie istituzioni. Restano tanti i misteri e i passaggi non chiari, ma ora mettiamo inordine i fatti.

La rissa

"Ho visto sopraggiungere 'a palla' un'auto di grossa cilindrata - racconta un testimone oculare -. Sono scese 5 persone", tra cui i due fratelli (marco e Gabriele BIanchi, ndr) e un ragazzo con il braccio ingessato (Francesco Belleggia, ndr), "che si sono lanciate contro chiunque capitasse a tiro, sferrando calci e pugni e poi si accanivano contro Willy". I cinque erano stati avvisati da un loro amico che temeva che la lite scoppiata a poca distanza dal locale il 'Due di picche' potesse degenerare. Willy però "non c'entrava nulla" ma si era è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. E soprattutto davanti a persone di violenza feroce. Una violenza che prima investe l'amico di Willy e che poi travolge il 21enne accorso per difenderlo. Steso "con un calcio al torace" Willy si rialza, quasi un affronto per il branco che - dicono i testi - lo finisce con un pestaggio che dura quasi venti minuti. Attorno giovani, qualcuno fugge, qualcuno cerca di rianimarlo mentre ormai è esanime in terra. Il branco intanto fugge sul Suv. I carabinieri li rintracceranno in un bar, mentre bevono un caffè.

La furia omicida

"Due di loro saltavano sopra il corpo di Willy in terra e già inerme". L'ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per i fratelli Bianchi e per Mario Pincarelli e i domiciliari per Francesco Belleggia ripercorre, minuto per minuto, l'aggressione mortale. «Qualcuno mi urlava che il mio amico Willy, coinvolto nel parapiglia, si trovava steso a terra ed io, facendomi spazio tra la gente, in effetti notavo Willy a terra sul marciapiede preso da spasmi tipo delle convulsioni», le parole di un testimone.

Il movente

Un "ah bella" rivolto a una ragazza di un altro gruppo ha rappresentato la miccia a una escalation di violenza culminata nel pestaggio mortale di Willy Monteiro Duarte. Secondo quanto si legge, tutto sarebbe nato da "inopportuni apprezzamenti" di Pincarelli, che era in compagnia di Belleggia, ad alcune ragazze nella zona della movida di Colleferro. All'arrivo degli amici delle giovani nasce un diverbio poi sfociato con uno spintone di Belleggia a un ragazzo che cade dalle scale. Willy riconosce nel ragazzo caduto un suo amico e interviene per chiedere se avesse bisogno di aiuto. A questo punto, si legge nell'ordinanza, arrivano a tutta velocità su un suv i fratelli Bianchi, allertati da un amico, come loro stessi confermano durante l'interrogatorio. "Iniziavano a picchiare selvaggiamente qualsiasi persona che era presente sul posto", raccontano i testimoni.

Chi sono gli arrestati

Mario Pincarelli, 22 anni, Francesco Belleggia di 23 (ora ai domiciliari), i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, di 24 e 26 anni.

I testimoni

Le parole dei testimoni sembrano incastrare gli arrestati, raccontano la furia del branco che prima atterra il giovane con un calcio al petto e poi lo massacra di calci e pugni, senza curarsi - scrive lo stesso giudice - della vicinanza alla stazione dei carabinieri e della presenza di decine e decine di ragazzi impietriti di fronte alla violenza. I testimoni descrivono gli aggressori, riconoscono i loro tatuaggi e li individuano sulle fotografie mostrate dagli investigatori. 

L'autopsia

La posizione di Francesco Belleggio, l'unico dei quattro che ha ottenuto gli arresti domiciliari, appare più sfumata. Pur «avendo dato origine e motivo alla discussione - scrive il gip - poi posta a pretesto dell'aggressione, nel momento in cui i due fratelli Bianchi si accanivano su Willy e su un altro soggetto, si trovava impegnato in uno scontro verbale che, come ricavabile dalle dichiarazioni di due testimoni, aveva in un primo momento tentato di scongiurare, prestando le scuse per un fatto altrui, ed infine si era conclusa senza violenza». Lo stesso indagato ha raccontato di avere visto i Bianchi picchiare assieme a Mario Pincarelli «selvaggiamente chi era sul posto» poi colpire «Willy repentinamente con un calcio al torace» e infierendo su di lui mentre si trovava a terra.

Le arti marziali

I due fratelli Gabriele e Marco di Bianchi, 26 e 24 anni, hanno precedenti per lesioni e spaccio. Nati a Velletri abitano ad Artena e praticavano le Mma (Mixed Martial Art), uno sport di combattimento che riassume tutte le tecniche e i colpi delle arti marziali. Il medico legale che ha effettuato l'autopsia ha detto: "Willy ha subito colpi da professionisti della violenza".

I precedenti del branco

I fratelli bianchi hanno precedenti per spaccio e lesioni, Mario Pincarelli per concorso in lesioni. «Un'atmosfera da film di Tarantino», quelle scene sul filo della tensione, coi dialoghi apparentemente neutri mentre l'atmosfera si fa opprimente, la sensazione di violenza pronta a esplodere. Ma quella sera di fine estate, nel suo locale di Giulianello, in provincia di Latina, non sono entrati dei divi di Hollywood, ma il gruppo di ragazzi accusati in queste ore di avere ucciso Willy a Colleferro. Proprio loro. Non era un film. Il racconto, pubblicato su Facebook, è di Stefano Sorci, titolare del locale 'Macellerie Sociali'. «Una mezz'ora, e non è successo nulla di particolare - dice -. Eppure tutti i presenti quella mezz'ora se la ricordano bene». Una serata come tante, per la birreria del piccolo centro. I tavolini all'aperto, il personale che porta boccali appannati per gli avventori che si godono il fresco. Una sgommata, ed era «il Suv che sbucava a tutta velocità per poi inchiodare a due metri dai tavolini. Sono scesi in 5, capelli tinti, catene al collo, vestiti firmati, i bicipiti tirati a lucido e le sopracciglia appena disegnate» così come nelle immagini che in questi giorni sono circolate sui media. È calato il gelo. Il primo si è affacciato alla porta: «Chi è che comanda qua dentro?», ha chiesto. Stefano si è avvicinato. «Ah, ecco, comanda lui, è questo qua». Hanno fatto mille domande, «sugli orari di apertura di tutti i locali del paese, poi sulle birre, sul modo in cui si lavano i bicchieri, sulla quantità della schiuma... c'era un'atmosfera pesantissima» racconta il titolare. Nel frattempo però i tavoli fuori si svuotavano, a uno a uno gli avventori se ne sono andati. "Mi sono salvato perché non go reagito. E mi sono arrabbiato per la mia vigliaccheria, ma vedendo la fine di Willy...".

La difesa degli arrestati

Il branco si difende e rigetta le accuse. Anzi chiama in causa quelli che, secondo loro, sono i responsabili della morte di Willy. «Non siamo stati noi, ecco i nomi di chi ha partecipato a quella rissa», hanno detto davanti al gip di Velletri Marco e Gabriele Bianchi, i due fratelli tutti tatuaggi e arti da combattimento. Scattano anche accuse incrociate per l'omicidio. «Non lo abbiamo toccato Willy - hanno detto i fratelli Bianchi davanti al gip che deve vagliare la richiesta avanzata dalla procura che contesta a tutti e quattro il concorso in omicidio preterintenzionale -. Siamo intervenuti per dividere, abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati per dividere. Abbiamo sbracciato ma il ragazzo non è stato colpito da noi, non ricordiamo neanche di averlo visto a terra». Nel corso del confronto con il magistrato i due fratelli hanno ricostruito le fasi precedenti al tragico pestaggio. I due erano usciti con un gruppo di amici e poi avevano deciso di andare in un altro locale, poi era stati chiamati nella zona del locale 'Due di picche'.

I rapporti al cimitero

Potrebbe risultare prezioso nel ricostruire tutte le fasi che hanno preceduto il drammatico pestaggio il racconto di tre ragazze che quella sera hanno trascorso alcune ore con i fratelli Bianchi e con un loro amico. Le tre ragazze quella sera si trovavano nel pub e si sono allontanate con i due arrestati. Li, in base a quanto affermato dai Bianchi al gip, si sarebbero appartate nella zona del cimitero per consumare un rapporto sessuale. Gli indagati,però, non hanno saputo riferire il nome delle giovani. In base a quanto si apprende al momento le tre non sono state ancora identificate dagli inquirenti.

I punti da chiarire

Quante persone effettivamente hanno partecipato alla rissa? Chi ha sferrato il colpo mortale a Willy? Si parla di ritardi dell'ambulanza (anche se l'Ares 118 specifica che sono trascorsi "12 minuti dalla chiamata all'arrivo del mezzo"): Willy poteva essere salvato? Quante persone sanno esattamente cosa è successo, ma non parlano per paura di una vendetta dei fratelli Bianchi? Perché non tutti i testimoni, che hanno filmato la scena, hanno consegnato i video alla procura? Come facevano i fatelli Bianchi a mantenere uno stile di vita lussuoso (dai social emergono foto in posti di vacanza da vip, abiti e orologi costosi) nonostante uffialmente risultassero nullatenenti?