Sabato 27 Aprile 2024

Voto in Brasile Lula cerca il tris Ma è testa a testa con il nemico Bolsonaro

Già presidente per due volte, l’ex sindacalista dato vincente alla vigilia. Scrutinate prima le zone favorevoli all’uscente Bolsonaro: ipotesi ballottaggio

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di Riccardo Jannello

Testa a testa con una evidente rimonta di Jair Bolsonaro rispetto ai sondaggi.

In Brasile il presidente uscente è in testa quando sono state scrutinate circa 20 milioni di schede (soprattutto al Nord e nel Distretto Federale) con il 47,98% contro il 43,28% dello sfidante paladino della sinistra Luiz Inacio Lula da Silva, che è già stato capo di Stato e di governo per due volte.

Ma la sfida si gioca tutta su pochi voti rispetto ai 157 milioni disponibili nel settimo Paese al mondo per popolazione (il quinto per grandezza, il decimo per il Pil, ma solo l’81° per quello pro capite). L’astensione è oltre il 20%. Se finirà così, sarà ballottaggio il 30 ottobre.

I duellanti hanno votato di mattina presto, prima Lula nella scuola Joao Firmino del quartiere di Assunçao a Sao Bernardo do Campo, a sud di San Paolo, e quindi Bolsonaro a Rio, in maglietta gialla della Seleçao. All’uscita dei seggi entrambi hanno espresso la sicurezza in una vittoria, l’ex presidente per la terza volta, l’uscente invece con una rielezione immediata che i sondaggi diffusi anche ieri mattina prima che si aprissero i seggi davano molto lontana dal poter avvenire.

Nel 2018 al primo turno l’ex ufficiale della riserva aveva ottenuto il 46,03% dei voti contro il 29,28 del petista Haddad; al ballottaggio arrivò al 55,13 contro il 44,87. Bolsonaro – al grido di "famiglia e fede" - non ha perso l’occasione parlando ai suoi fan che lo aspettavano fuori dalla scuola municipale Rosa da Fonseca nella Vila Militar, zona ovest di Rio de Janeiro, di attaccare l’avversario e di avanzare preventive accuse di frode: "Sono sicuro - ha detto - che in un’elezione pulita vinceremo oggi con almeno il 60% dei voti. C’è una distanza enorme tra me e l’altra parte. È la lotta del bene contro il male. L’altra parte non è riuscita a scendere in piazza, non ha fatto campagna. Non ha accettazione, non ha credibilità".

Nelle ultime ore al presidente in carica sono giunte diverse attestazioni di stima e di appoggio da esponenti conservatori di tutto il mondo, in special modo da Donald Trump junior che ha dichiarato come lui sia "un grande amico degli Stati Uniti e l’unica persona che può fermare la diffusione del socialismo e del comunismo in Sud America", e dal presidente ungherese Viktor Orban che ha messo in risalto come "nonostante il globalismo progressista e liberale, Bolsonaro ha avuto il coraggio di mettere il Brasile al primo posto".

Più sobrio, dopo avere deposto le schede nelle urne, Lula che ha commentato come "i bolsonaristi più fanatici dovranno adeguarsi alla maggioranza della società". Assicurando che "non vogliamo più la politica dell’odio. La maggior parte della società brasiliana vuole pace, tranquillità, armonia e vuole lavorare, produrre e vivere bene". La giornata elettorale è stata definita alle autorità "tranquillla" nonostante ci siano stato molti casi di crimini compiuti. Ne sono stati contati quasi 500 fra cui molti per compravendita di voti: è stato sequestrato denaro per un valore vicino ai 2 miliardi di reais (360mila euro) e in totale sono state arrestate 184 persone; all’interno delle cabine sono state sequestrate nove pistole in un Paese in cui col governo Bolsonaro l’acquisto di armi, legalizzate, è salito alle stelle, anche se una legge ne ha bloccato la vendita nell’ultima settimana pre elettorale. In tutto 1420 urne elettroniche sono state sostituite in ogni parte del Brasile perché erano mal funzionanti, meno dello 0,30% del totale. Urne che Bolsonaro voleva abolire considerandole a rischio frodi e che invece il Supremo Tribunale Elettorale ha riabilitato.