Venerdì 19 Aprile 2024

Voglio trovare un senso a due bare bianche

Michele

Brambilla

Non esistono parole consolatorie, non esistono pacche sulle spalle, non esistono neppure persone che ci stanno vicine, non esistono psicologi e non esistono preti, quando siamo travolti dal dolore. O meglio esistono, ma non bastano.

Ci vuole un senso, ci vuole

un destino buono, ci vuole qualcosa che non passi.

Il testo di "Un senso" può sembrare un grido disperato, perché il grande Vasco ripete, quasi ossessivamente, che "un senso" non c’è. Questa sera non ha un senso, questa storia non ha un senso, questa voglia non ha un senso, questa vita non ha un senso. E questo è,

in verità, ciò che nel profondo sentiamo tutti noi, noi che non crediamo ci sia un senso,

e che quindi ci distraiamo,

ci distogliamo dalla realtà

per non pensarci, per non impazzire.

Ma nella canzone di Vasco, accanto al grido doloroso, c’è anche (soprattutto!) un desiderio. Che poi è ’il’ desiderio. E cioè che un senso ci sia. Che tutto quello che viviamo – la storia, la vita, gli amori e, ultimamente, noi stessi – non sia solo "qualcosa che non resta", per citare un altro grande emiliano, Francesco Guccini. E infatti che cosa risaltava, che cosa urlava ieri al campo sportivo di Gessate? Urlava quel ripetere altrettanto ossessivo della canzone di Vasco Rossi: "Voglio trovare un senso..". Voglio trovare, lo voglio,

lo voglio, perché è il desiderio che mi costituisce, è la mia stessa ragion d’essere.

Tutti i discorsi sulla follia

di un padre che non accetta

la separazione al punto dall’arrivare ad uccidere i suoi bambini, e tutti i discorsi su quale vita attenderà ora quella povera madre, sono sì doverosi, ma insufficienti. Solo se c’è un senso "andrà tutto bene", altrimenti tutto quello che viviamo è destinato

a perdersi, anche ciò che non finisce in tragedia, anche ciò che ci sembra lieto.