Venerdì 26 Aprile 2024

Cosenza, violentata dal branco per 10 anni

Gli indagati hanno minacciato di uccidere il figlio di 5 anni della vittima se lei non avesse assecondato le loro richieste

Violenza sulle donne (Newpress)

Violenza sulle donne (Newpress)

Cosenza, 14 agosto 2019 - Un'indagine lampo della durata di sette giorni dal momento della denuncia, sporta dalla vittima, che ha portato alla luce uno scenario raccapricciante. A Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza, una donna è stata vittima di violenze sessuali e sevizie perpetrate per dieci anni, da un branco di uomini. Eseguita dalla Polizia di Stato di Cosenza un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della procura della Repubblica di Castrovillari, nei confronti di 5 persone ritenute responsabili di violenza sessuale di gruppo ed anche di estorsione.

Il tutto è nato da una relazione sentimentale extraconiugale con uno degli indagati, che si è presto trasformata in un'escalation di brutali violenze fisiche e psicologiche. Gli indagati hanno minacciato la vittima che avrebbero ucciso il figlio di appena 5 anni e il compagno, qualora si fosse rifiutata di fornire delle prestazioni sessuali. La donna è stata così costretta a prostituirsi, a subire rapporti sessuali, pratiche sessuali violente consistenti in vere e proprie sevizie, nonché a consegnare agli indagati consistenti somme di denaro sotto la minaccia di divulgare filmati che la ritraevano in atteggiamenti sessuali espliciti. La donna ha nascosto le violenze ai familiari, facendosi curare, nel 2017, in un'ospedale di Roma adducendo una finta malattia.

Cataldo Pignataro, dirigente del Commissariato di Corigliano Rossano ha spiegato: "Una relazione sentimentale trasformatasi in 10 anni di sevizi e violenze con incontri e prestazioni sessuali con altri uomini che si sono appunto protratti nel tempo: sono arrivati a violentare la vittima anche in 20 contemporaneamente. E nella casa dove avvenivano le sevizie sono stati trovati anche strumenti per pratiche sadomaso". Le indagini sono state coordinate dalla Procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla e dal sostituto procuratore Mauron Gallone che hanno portato anche al ritrovamento, grazie al racconto della donna, di una piantagione di marijuana.