Venerdì 26 Aprile 2024

Via le spie che vengono dal freddo L’Italia caccia 30 diplomatici russi

Il ministro degli esteri Di Maio: necessario per la sicurezza nazionale. Protesta Mosca. E la Lega si smarca

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di Alessandro Farruggia

Che Mosca usi le ambasciate come copertura per la maggior parte dei propri agenti segreti all’estero è storia antica. Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina i paesi occidentali hanno finora espulso 334 diplomatici russi.

Ieri è toccato a 19 diplomatici presso l’Ue e a 30 diplomatici – tra i quali non ci sono l’ambasciatore Razov e il suo vice – accreditatati all’ambasciata russa in Italia: tutti nomi noti alla nostra intelligence e formalmente impegnati nei settori amministrativo, commerciale e della difesa. "Questa misura, assunta con altri partner europei e atlantici – ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale".

"Nella nota verbale parlate di attività che minacciano la sicurezza nazionale italiana, ma dove sono le prove di tali azioni?" ha protestato Sergey Razov con il segretario generale della Farnesina Ettore Sequi che gli comunicava che 30 russi (su 61 accreditati) erano stati dichiarati ‘persona non grata’. Ma ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, entro 72 ore i suoi 30 diplomatici e le loro famiglie dovranno lasciare il paese (e la Russia, come da prassi, farà lo stesso con diplomatici italiani in Russia).

Da notare che la Lega ha preso le distanze dalla decisione della Farnesina: "La pace – dicono fonti Lega – non si raggiunge con gesti estremi come le espulsioni ma con la trattativa e il dialogo". "Non entro nel merito delle espulsioni – ha commentato lo stesso Matteo Salvini – ma per le guerre serve la diplomazia, il buon senso".

Nelle ambasciate russe operano due diversi tipi di agenti segreti, che hanno strutture di comando ben distinte. Da un lato gli uomini del Gru (Direzione Principale dell’Intelligence), l’intelligence militare, più focalizzati sulla Difesa e gli Esteri. Gli agenti del Gru a Roma dipendono dal direttorato 1. Dall’altro gli uomini del Svr (Servizio Informazioni Estero), più focalizzati su politica ed economia, oltre che sul Vaticano. Gli agenti operanti in Italia fanno riferimento ai direttorati R e S. Da notare che l’utilizzo della copertura diplomatica è così sistematico che il Gru addestra i suoi agenti destinate alle ambasciate in quella che significativamente è chiamata Accademia militare diplomatica.

Tra Gru e Svr la concorrenza è alta e i target non di rado si sovrappongono. Entrambi i servizi hanno a loro disposizione – in Italia e in Russia – unità di hacker che operano su obiettivi segnalati nel paese di interesse. Ad esempio – tra le operazioni trapelate - tra l’ottobre 2014 e il maggio 2015 ai danni della Difesa. Dal settembre 2015 all’aprile 2016 ai danno di Difesa e Esteri. Ma è un continuo. Il GRU usa i suoi hacker di APT28 (alias Fancy Bear, Tsar Team o unità 26165) beccati ad esempio per un tentativo di intrusione nei server dell’Aeronautica Militare quando l’Italia assunse il comando dell’operazione Baltic Thunder. Svr usa invece gli hacker dell’Apt 29 (alias Cozy Bear, Yttrium o unità 74455).

Una sezione di Gru e Svr si occupa dell’intelligence elettronica. Gli agenti in ambasciata di Gru e Svr lavorano poi moltissimo anche con l’Humint, ovvero l’attività di raccolta informazioni per mezzo di contatti interpersonali. Che vengono selezionati e coltivati, non di rado a loro insaputa (ma a volte consapevolmente e quindi spesso retribuiti, come il capitato di fregata Walter Biot, beccato con le mani nella marmellata nell’aprile del 2021). Sul territorio ci sono poi agenti “coperti“ (sovershenno sekretno, top secret) del tutto sconosciuti a chi opera sul territorio e che riferiscono direttamente a Mosca. Se necessario possono essere inviate squadre operative (il Gru ha gli spetsnatz), ed occasionalmente l’ambasciata viene visitata da agenti del Fsb. Da oggi alcuni uffici dell’ambascita Russa saranno liberati, ma presto si riempiranno di nuovo. E su questo nessuno ha dubbi.