Venerdì 26 Aprile 2024

Via i decreti sicurezza ma solo in parte. Pressing 5 Stelle sul Pd: non cancellate tutto

Sul tavolo dei ministri la modifica delle misure sugli sbarchi volute da Salvini. I grillini puntano a rivedere il testo, "ma non faremo barricate"

Migration

L’ultima trincea del Movimento 5 Stelle è il tentativo di bloccare la reintroduzione della protezione speciale (ex protezione umanitaria) per i migranti. Il pressing pentastellato per cambiare il testo del ministro Lamorgese (che fu condiviso a fine luglio dai capidelegazione di maggioranza), è in atto da giorni, lo stesso capo politico Vito Crimi ne ha parlato sabato col premier Conte. Ma fonti di palazzo Chigi dicono che, quando stasera il consiglio dei ministri affronterà la discussione del Dl che supererà i decreti Salvini, i grillini esprimeranno le loro riserve "con un approccio dialettico ma collaborativo", rimandando alla discussione parlamentare un eventuale aggiustamento. In altre parole, niente barricate.

"Il problema – assicura il responsabile sicurezza del Pd, Carmelo Miceli – è superato. Le modifiche raccolgono le osservazioni del presidente Mattarella e della Corte Costituzionale e vanno oltre, garantendo diritti, integrazione e sicurezza".

La bozza del decreto, composto da 9 articoli, stabilisce che il divieto di transito nel mare territoriale alle navi delle Ong tornerà in capo al ministro dei Trasporti (che deciderà d’intesa con Interno e Difesa) e, per le Ong che violano il divieto di navigazione, le multe non saranno più elevate dai prefetti ma eventualmente solo dopo un processo vero e proprio per violazione dell’articolo 1102 del codice della navigazione nel quale potrà scattare anche il reato penale, con pene fino a due anni.

In ogni caso le multe non saranno più monstre – i decreti Salvini prevedevano fino a un milione di euro e il sequestro della nave –, ma potranno oscillare solo "dai 10mila a 50mila euro" e saranno limitate a quelle ong che operano senza coordinamento. Il divieto di transito nelle acque territoriali, infatti, non può essere applicato "nell’ipotesi di operazioni di soccorso immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni delle autorità competenti".

Punto qualificante del nuovo decreto è il nuovo "sistema di accoglienza e integrazione" che darà nuova vita alla rete SprarSiproimi e sarà strutturato su due livelli: uno per la prima accoglienza e un secondo diffuso sul territorio in piccoli centri gestiti dai Comuni ed allargati ai richiedenti asilo.

Il decreto allunga anche i termini obbligatori per il riconoscimento della cittadinanza italiana, che passano da 48 a 36 mesi. Vengono inoltre dimezzati i tempi di trattenimento nei Cpr (da 180 a 90 giorni) e, per gli aventi diritto, ridotti da 48 a 36 mesi i tempi massimi per ottenere la cittadinanza. Il nuovo decreto dà poi la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe. Su quest’ultimo punto si è pronunciata la Corte Costituzionale. Per i richiedenti asilo ci sarà anche la possibilità di svolgere lavori di pubblica utilità. Contro questa "controriforma" Lega e Fd’I promettono lotta dura in Parlamento.