Venerdì 26 Aprile 2024

Vercelli, investe la figlia perché "vuole vivere all'italiana"

L'episodio al termine dell'ennesima lite. Per gli inquirenti "sarebbe comunque da ricondurre a un retaggio culturale prima che religioso"

Una macchina dei Carabinieri (foto d'archivio)

Una macchina dei Carabinieri (foto d'archivio)

Vercelli, 16 marzo 2019 -  Un uomo di origine marocchina ha aggredito ieri la figlia tentando di investirla con la propria automobile a Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli. La giovane, 20 anni, fortunatamente è stata colpita solo di striscio. Arrivata in ospedale, è stata dimessa con una prognosi di cinque giorni. L'uomo, 53 anni, è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di tentato omicidio e maltrattamenti. Ora si trova in carcere a Vercelli. 

LE INDAGINI - Secondo le prime ricostruzioni, il gesto del padre sarebbe stato riconducibile all'atteggiamento della ragazza che "voleva vivere all'italiana", inteso all'occidentale. I dissapori familiari andavano avanti da tempo, in un contesto di rapporti tra padre e figlia ampiamente deteriorati, dove un genitore particolarmente dominante, se non "padrone", voleva determinare le decisioni della ragazza. Gli inquirenti, che devono ancora approfondire la vicenda, spiegano - per voce del comandante provinciale dei carabinieri di Vercelli, Andrea Ronchey - che l'episodio "sarebbe comunque da ricondurre a un retaggio culturale prima che religioso". Precisano anche che "non ci sono al momento segni che inducano a posizioni di radicalizzazione" dell'uomo. La famiglia musulmana, che vive da 15 anni in Italia, è "molto ortodossa", ma "integrata", riferiscono i carabinieri. L'uomo veste all'occidentale e lavora occasionalmente nel mondo edile. In famiglia lavorano anche la moglie (che porta lo hijab, il velo sul capo che lascia scoperto il viso) e il figlio.

La ragazza svolgeva lavori occasionali e stava cercando una soluzione più stabile per emanciparsi. Giocava nella squadra di basket locale, era molto conosciuta in paese e non aveva mai portato il velo. Pare che avesse anche 'italianizzato' il suo nome, da Meryan a Miriam. A quanto si apprende da fonti vicine alle indagini, ieri doveva andare a consegnare un curriculum per un nuovo impiego. Dopo l'ennesima discussione a casa è uscita per prendere il treno: il padre l'ha raggiunta per parlarci, le ha detto che voleva accompagnarla lui con la macchina, ma al diniego della ragazza con l'automobile avrebbe tentato di investirla, colpendola solo di striscio perchè la ragazza all'ultimo è riuscita a scansarsi. "Non volevo investirla, non avrei mai pututo: è stata una manovra accidentale", ha raccontato il padre ai carabinieri.

LA SOLIDARIETA' DELLE COMPAGNE - "Siamo un solo gruppo e sappiamo benissimo quanto tu sia forte! ADBT Livorno Ferraris sarà il tuo scudo. Ti aspettiamo Miriam". E' il post pubblicato sulla pagina Facebook dalla squadra di basket in cui milita la ragazza marocchina.