Mercoledì 24 Aprile 2024

Venti coltellate alla ex Confessa il killer di Sonia

Bloccato alla stazione di Lecce mentre stava per salire su un treno. È un parcheggiatore vicino alla camorra. Il fidanzato della vittima: agguato alle spalle

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di Nino Femiani

Ha un nome il brutale assassino di Sonia Di Maggio, 29 anni, riminese, uccisa con venti coltellate a Specchia Gallone, una borgo del Cinquecento nel comune di Minervino (Lecce). Si chiama Salvatore Carfora, 39 anni, pregiudicato, considerato un affiliato di scarso peso al clan Gallo-Limelli-Vangone, che spadroneggia nell’area di Torre Annunziata, di cui Carfora è originario. È stato preso ieri mattina, nei pressi della stazione ferroviaria di Otranto, lo zainetto sulle spalle, un panino in mano mentre cercava di salire su un treno che lo avrebbe riportato nel Napoletano. "Non ha fornito una confessione piena, piuttosto una confessione implicita, perché se uno ti porta a recuperare l’arma del delitto è come se avesse confessato", dice il questore di Lecce Andrea Valentino, dopo il lungo interrogatorio del presunto assassino. "Non ha nemmeno dato – aggiunge il questore – una spiegazione chiara di quello che ha fatto. La dinamica ci fa propendere per l’idea che fosse lei l’obiettivo, anche per il numero delle coltellate che sono state tutte rivolte nei confronti della donna". Un lungo faccia a faccia con gli inquirenti ai quali non ha fornito spiegazioni, ma si è detto disponibile a far trovare l’arma del delitto e il suo giubbotto insanguinato. Ma quella lama, che ha inferto così tante coltellate, non è stata trovata. "L’arma non è stata recuperata un po’ perché Carfora è poco lucido, un po’ perché quella è una zona di campagna, ed è facile non trovare il posto".

Ma chi è l’uomo accusato di un delitto tanto brutale? Carfora svolgeva l’attività di parcheggiatore abusivo e non aveva una dimora fissa, passava la notte in un dormitorio pubblico presso la stazione di Napoli. Era finito già in manette nel 2011 per l’accoltellamento di un parcheggiatore abusivo con il quale lavorava. Nel giugno 2020 è infine stato dimesso dall’ospedale psichiatrico "Filippo Saporito" di Aversa. Di fronte alla confusione del presunto assassino, la dinamica viene ricostruita con le testimonianze del fidanzato, Francesco Damiano, che era con Sonia al momento dell’aggressione.

Carfora li ha colti alle spalle mentre andavano al supermercato. Poche parole smozzicate: "Vi uccido tutti". Poi il coltello ha vibrato contro il suo corpo inerme, per venti volte. "Stavamo andando a fare la spesa io e lei da soli, poi è sbucato lui, l’ha presa dal collo e ha cominciato ad accoltellarla, e ha continuato dandole più di una ventina di coltellate. Lei ha cercato di liberarsi e io nel frattempo stavo cercando aiuto e non c’era nessuno, poi mi sono messo a urlare ed è arrivato qualcuno. Ma lui era già scappato e lei stava a terra". Un epilogo efferato e crudele dopo mesi di minacce, un femminicidio annunciato. "Sonia viveva nel terrore, con il cellulare sempre spento e lui telefonava a me, scaricandomi i suoi improperi". Una relazione troncata da tempo, quella tra Di Maggio e Carfora, ma lui non si era mai rassegnato. Poi due giorni fa la decisione di "punire" la sua ex che voleva rifarsi una vita con un altro uomo.