Lunedì 29 Aprile 2024

“Val Padana, la nebbia diminuita del 50%”

Ad affermarlo uno studio del Cnr. Crolla anche la concentrazione di inquinanti

Ferrara, mura con nebbia

Ferrara, mura con nebbia

Bologna, 27 novembre 2014 - “Dai primi anni ‘90 ad oggi, sono diminuiti di circa il 50% gli episodi di nebbia, si è abbassata la concentrazione di inquinanti in essa contenuta e ridotta di 10 volte l’acidità che oggi è prossima alla neutralità”. Sono i primi risultati di uno studio ventennale, condotto dall’Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna, pubblicato sulla rivista internazionale Atmospheric Environment.

Con la nebbia, l’alta concentrazione di microscopiche goccioline di acqua riduce sensibilmente la visibilità, con pesanti ricadute su traffico e viabilità. “Le stesse goccioline agiscono, inoltre, come veri e propri assorbitori e concentratori degli inquinanti presenti nell’aria, che in tal modo sono più facilmente trasportati nell’atmosfera, depositati sulla vegetazione e inalati nelle nostre vie respiratorie”, spiega Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Isac-Cnr e responsabile della ricerca. Lo studio, in dettaglio, “evidenzia una tendenza alla diminuzione della frequenza degli episodi di nebbia in Val Padana del 47%”. Secondo i ricercatori tale diminuzione “va di pari passo con l’aumento della temperatura dovuto al riscaldamento climatico”.

“La notizia buona è che negli ultimi decenni anche la concentrazione di inquinanti nelle goccioline di nebbia si è parallelamente ridotta, di circa l‘80%, riflettendo una riduzione delle emissioni dei principali inquinanti: anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca, rispettivamente del 90%, 44% e 31%, e- aggiunge Sandro Fuzzi, ricercatore dell‘Isac-Cnr- soprattutto sono diminuite le emissioni acidificanti portando l‘acidita‘ della nebbia in condizioni prossime alla neutralità”.

Addio alle nebbie acide in Val Padana quindi, a beneficio della vegetazione e dei beni artistici esposti alle intemperie? “Sembrerebbe di sì- continua Fuzzi- tuttavia, persiste la presenza di componenti dannosi per la salute dell‘uomo, in particolare per la presenza di un’elevata concentrazione di particelle carboniose”. Nelle goccioline d’acqua i ricercatori hanno, infatti, rilevato “un contenuto medio di 1 mg per litro di particolato carbonioso originato da processi di combustione (riscaldamento domestico, combustione di legna e residui agricoli, produzione di energia, traffico)”.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha da tempo dato l’allarme sui possibili effetti di questi composti che potrebbero essere responsabili delle affezioni respiratorie e cardiovascolari e, in alcuni casi, di insorgenza di tumori.

(fonte Dire)