Mercoledì 24 Aprile 2024

Vaccini salva-vita nel 97% dei casi Sull’obbligo Di Maio sfida Salvini

L’Iss: il siero abbassa il rischio di ricovero del 96%. Il ministro M5S al leghista: basta inseguire la Meloni

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di Antonella Coppari

Vaccinarsi conviene. Non solo cala drasticamente la possibilità di infettarsi (78% in meno rispetto ai non immunizzati), ma se malauguratamente si prende il Covid, il rischio di ammalarsi gravemente è assai remoto: i sintomi sono decisamente lievi, anzi spesso i soggetti positivi sono del tutto asintomatici. Questo si traduce in concreto in una ridotta ospedalizzazione nei reparti di medicina generale (94%) e, cosa più importante, nelle rianimazioni (96%) mentre il rischio di morire diminuisce del 97%. I dati dell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, che completano il monitoraggio settimanale, sono chiari ed evidenziano come la maggior parte dei casi notificati negli ultimi 30 giorni sono stati diagnosticati in pazienti non immunizzati.

La prova del nove arriva dalle persone over 80 (90% vaccinati). L’Iss rileva come il tasso di ricovero tra i soggetti non vaccinati è 9 volte più alto rispetto ai vaccinati completi, ovvero con due dosi: il tasso è infatti di 187,8 contro 21,1 ricoveri per 100mila abitanti. Il tasso di ricoveri in intensiva è 15 volte più basso nei vaccinati (1,0 contro 14,6). Il report evidenzia inoltre che il tasso di mortalità è quindici volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati (5,3 contro lo 0,3 per 100mila abitanti). Di contro, il 25% delle diagnosi di Sars-Cov-2, il 37,9% delle ospedalizzazioni, il 50,6 per cento delle intensive e il 50,1% dei decessi sono avvenuti tra gli ultra ottantenni che non avevano ricevuto nemmeno una dose.

Anche se il pericolo di contagiarsi è molto minore, il farmaco certo non è la bacchetta magica che protegge da tutto e da tutti: anziani e fragili comunque restano soggetti a rischio. Ecco perché il governo batte tantissimo sulla necessità di immunizzarsi, tanto più ora alla vigilia della riapertura delle scuole, ma ciò non significa che Draghi sia pronto già a sancirne quell’obbligatorietà per legge su cui la sua maggioranza litiga di brutto. Dipende dall’esito della campagna vaccinale e, naturalmente, da ciò che accadrà con l’ulteriore estensione dell’utilizzo del Green pass. Se, come avvenne in occasione dell’annuncio a ridosso delle vacanze, porteranno a un’impennata delle vaccinazioni e la percentuale di non immunizzati si rivelerà molto esigua (meno del 10%), probabilmente il premier deciderà di soprassedere sull’obbligo. Se invece le percentuali dei privi di protezione resteranno significative, introdurrà l’obbligo. Tant’è: la prossima settimana si inizierà a entrare nel merito delle misure sull’allargamento dell’obbligo del certificato verde; cruciale l’incontro domani tra governo e parti sociali come la cabina di regia con i capi delegazione dei partiti (da fissare, anche se qualcuno parla di giovedì). Da vedere se l’estensione avverrà prima per i dipendenti pubblici e poi per quelli privati, oppure il cambio di passo si farà per tutto il mondo lavorativo senza distinzioni di sorta, come chiede il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con un unico intervento normativo.

In questo quadro, la maggioranza ribolle. Salvini cerca di compattare la Lega: fa fronte comune con i "suoi" governatori assieme ai quali mette nero su bianco cinque punti sul tema (dalla promozione della campagna vaccinale ai tamponi gratis per alcune categorie), smussando il "no" all’obbligo vaccinale "che potrebbe servire in via eccezionale per alcune categorie". Dall’altro, suggerisce al presidente del Consiglio di non mettere la fiducia sul primo decreto Green pass, che la Camera voterà la prossima settimana: probabilmente sarà decisivo il colloquio tra il leader del Carroccio e Draghi. "Lo incontrerò nei prossimi giorni", annuncia il Matteo milanese. Nel frattempo deve fare i conti non solo con il segretario del Pd, Letta, ma pure con l’ex sodale Di Maio: "Deve decidere se inseguire la Meloni o il bene del Paese", lo punzecchia il ministro degli Esteri. Qualche malizioso legge tra le righe anche un attacco indiretto del pentastellato al capo M5, Giuseppe Conte, che sull’obbligo vaccinale non lesina dubbi. Di sicuro, il Capitano non le manda a dire: "Non è facilissimo avere tutti i giorni a che fare con Letta, con Conte, con Di Maio, con Speranza, con la Lamorgese. Ma non molliamo il governo".