Vaccini in Italia e dosi: a che punto è il piano nazionale anti Covid

Resta la soglia di 200mila al giorno. Circa 4 milioni di fiale non sono arrivate: si tenta la risalita con l'arrivo di oltre 333mila dosi di Moderna e i nuovi stock di Pfizer

Piano vaccini: in arrivo 333.600 dosi di vaccino Moderna (Dire)

Piano vaccini: in arrivo 333.600 dosi di vaccino Moderna (Dire)

Roma, 21 marzo 2021 - Come procede la campagna di vaccinazioni anti-Covid in Italia? Piuttosto a rilento (qui la dashboard in tempo reale): nonostante le migliori intenzioni, anche in questa settimana la soglia delle somministrazioni non potrà andare oltre le 200mila al giorno (cosa succede se si rifiuta il vaccino? Qui la scheda).  Il fatto è che non ci sono abbastanza fiale per correre di più. Impietosi i confronti con altri Paesi: il Lazio, una delle regioni italiane più virtuose, ha effettuato 800mila vaccinazioni, cioè all'incirca quante fatte dalla Gran Bretagna in un solo giorno. Negli Usa sono state distribuite complessivamente già 124 milioni di dosi e Israele ha vaccinato quasi metà della popolazione e sta uscendo dall'emergenza: oggi solo 4 i morti (qui i dati del Coronavirus nel mondo).

Speranza ottimista: "Per l'estate significativo miglioramento"

Gli sforzi - l'aumento costante di strutture per le inoculazioni, i nuovi arrivi di medici pronti alle iniezioni e presto anche il coinvolgimento delle farmacie - non bastano ancora. Così, in attesa del siero di Johnson & Johnson e di raggiungere l'obiettivo di 500mila vaccinazioni al giorno del piano Figliuolo, si tenta la risalita con l'arrivo di oltre 333mila dosi di Moderna e i nuovi stock di Pfizer previsti, mentre mercoledì prossimo ne arriveranno altre 279mila da AstraZeneca.

Quanto allo Sputnik, secondo il commissario europeo incaricato della campagna vaccinale, Thierry Breton l'Unione europea "non avrà assolutamente bisogno del vaccino russo Sputnik. Bisogna dare priorità ai vaccini prodotti sul territorio europeo".

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Mancano all'appello 4 milioni di dosi

I numeri dei carichi giunti finora sono però ancora troppo bassi rispetto all'aggiornamento delle cifre di inizio marzo: all'appello mancherebbero - secondo liste delle previsioni del primo trimestre - almeno 4 milioni di dosi, pur prevedendo l'arrivo di altre 2 milioni entro il prossimo 3 aprile (fino a questa data ne sarebbero dovute arrivare 15.694.998 milioni in tutto). Tutto ciò nonostante la capacità di inoculazione nel Paese - anche grazie all'accelerazione del Commissario per l'Emergenza Covid, Francesco Figliuolo (che ieri si è vaccinato, insieme a Curcio, con Astrazeneca) - sia già di circa il doppio rispetto alle quantità di siero a disposizione.  I governatori si fanno sentire: "Con una mail alla Regione Liguria sono state tagliate circa 60 mila dosi di AstraZeneca, cioè il 60% delle consegne di aprile, facendo saltare tutta la programmazione", lamenta il ligure Giovanni Toti. 

Ema: altri tre vaccini in agenda

Piuttosto ottimista Marco Cavaleri, responsabile dei vaccini dell'Ema, che a 'Che tempo che fa' spiega: "Nei prossimi mesi vedremo un aumento massiccio della produzione. Dopo Johnson & Johnson, l'ultimo che abbiamo autorizzato, abbiamo tre vaccini che stiamo guardando - annuncia Cavaleri - uno è quello di Curevac, per il quale è in corso un grande studio clinico, poi quello di Novavax per il quale però c'é qualche problema con la produzione e il terzo vaccino è quello Sputnik che ha iniziato la revisione a cicli con il quale faremo anche delle ispezioni in Russia ad aprile, sia per quanto riguarda la produzione che lo studio clinico, e cercheremo di capire per quando avremo tutti i dati che saranno necessari per poter eventualmente approvare anche questo vaccino".

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Le nuove forze in campo

L'arruolamento di personale intanto prosegue. Il ministero della Salute, è pronto a far entrare in campo nuove forze, con 164.800 medici (42mila sono quelli di famiglia, 38mila gli specializzandi, 7mila i pediatri, 14.800 gli specialisti ambulatoriali, 63mila gli odontoiatri), fino a 270mila infermieri e 19mila farmacie coinvolte. Ma su quest'ultimo caso la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici pone i suoi paletti: "Il medico dev'essere presente in ogni sede vaccinale, comprese le farmacie e le parafarmacie" per raccogliere il consenso informato e garantire l'intervento in caso di necessità. 

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Regioni in ordine sparso

Le inoculazioni viaggiano in ogni caso a fasi alterne, con numeri sparsi anche in merito alle categorie immunizzate: la Toscana ad esempio - denuncia Stefano Mugnai, vicepresidente del Gruppo di Forza Italia alla Camera - è indietro (27%) sugli over 80 mentre altri hanno raggiunto una copertura del 40-50% degli anziani.

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Anche per questo in programma c'è una piattaforma nazionale di supporto alle Regioni per le prenotazioni, di raccordo tra i vari territori e che possa omogeneizzare la campagna in tutto il Paese.  "Non è possibile avere 21 sistemi sanitari regionali che vanno in ordine sparso e che una piattaforma dedicata alla vaccinazione non abbia funzionato, considerato che ci sono mesi di lavoro dietro", tuona il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, soprattutto dopo il caso in Lombardia per il malfunzionamento del sistema informatico Aria e gli sms non pervenuti per le convocazioni all'hub di Cremona. Sileri resta comunque convinto che "per la fine dell'estate credo che sarà completata la campagna per coloro che desiderano vaccinarsi a patto che non vengano fuori delle varianti che eludono i vaccini esistenti". 

Bianchi: grande campagna per la scuola

"Io credo sia importante che i nostri insegnanti sia sentano tranquilli e siano in grado di tranquillizzare. Chiedo venga portata avanti una grande campagna di vaccinazione che deve essere il segno con cui la scuola partecipa palla vita del Paese; altri devono decidere quali devono essere i vaccini da fare, noi abbiamo fiducia, ma bisogna tornare a operare in totale tranquillità", dice il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi a Che tempo che fa. 

Intanto sembrano rientrati i timori su AstraZeneca, dopo il via libera dell'Ema alla ripartenza. Lo stesso presidente del Cts e del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, ribadisce: "è un vaccino sicuro dai 18 anni in su e non ci sono motivi per avere esitazioni, basta vedere i numeri in Gran Bretagna dove dieci milioni lo hanno già ricevuto e la mortalità si è ridotta del 90%. Il messaggio forte è vacciniamoci".