Per approfondire:
Sputnik e non solo. Lo Spallanzani di Roma valuterà se è ipotizzabile uno schema multivaccino: una dose del siero italiano ReiThera combinata con una di Pfizer, o di Moderna, o di AstraZeneca o di Sputnik. Una strategia innovativa, che aumenterebbe di molto la flessibilità della campagna vaccinale. IL PUNTO / In Italia mancano le dosi. Tutti i dati Professor Francesco Vaia, direttore dell’ospedale Spallanzani, in cosa consiste l’accordo con i russi per il vaccino Sputnik? "Nelle ultime settimane ci siamo incontrati con i vertici dell’istituto Gamaleya di Mosca per discutere di attività di ricerca sullo Sputnik V, ed è stato trovato un accordo. Subito dopo la firma del protocollo d’intesa, che è prevista la prossima settimana, avvieremo una duplice linea di ricerca, che sarà condotta a Roma anche con loro personale: una sulla copertura garantita dallo Sputnik V verso le varianti e una per un suo utilizzo multivaccino". Iniziamo dalle varianti. "Verificheremo con i colleghi russi la copertura immunitaria dello Sputnik V verso le varianti inglese, brasiliana e sudafricana. Lo studio è rapido, si farà in laboratorio e potrà essere concluso in una decina di giorni". E poi c’è la ricerca per dar vita a uno schema vaccinale misto. Sarà condotta su volontari? "È così. Tra 90 e 100 volontari, già vaccinati con ReiThera, il vaccino che noi abbiamo elaborato, riceveranno una seconda dose di un vaccino diverso: o quelli a mRNA, e cioè Pfizer o Moderna, oppure quelli basati su un vettore adenovirale come l’AstraZeneca o lo Sputnik V. Vogliamo capire se è possibile una innovativa strategia multivaccino. Questo è molto importante, perché in prospettiva, se Ema e Aifa approveranno lo Sputnik V e lo schema vaccinale misto funziona, potremo usare Sputnik non solo in maniera tradizionale, ma intercambiarlo con gli altri. Con ovvi vantaggi in termini di flessibilità. ...
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