Mercoledì 24 Aprile 2024

Una bomba di malizia ben calcolata

Il cinema: una donna nuda e un uomo con la pistola. Instagram fa a meno della pistola e mette anche l’uomo in "state of undress", cioè più o meno meritevole di cuoricini a seconda della quantità di pelle mostrata. Altro che torte e gatti, i post più apprezzati sono quelli in bikini. Una sconsolata e dimagrita Elettra Lamborghini che piagnucola "non mi stanno più le mutande" sa quello che fa. Ma a ridimensionare il suo orgoglio e quello di tutti gli esibizionisti del web c’è questo sospetto in gestazione: alla fine è un algoritmo a privilegiare le foto svestite e a sparpagliarle su tutte le piattaforme. Chi si prende i like lo deve in parte a una personalità narcisistica ma soprattutto al genio delle bacheche che non ama gente abbottonata al compleanno dello zio. Un algoritmo è fondamentalmente stupido e innocente ma se viene caricato nel modo giusto diventa una bomba di malizia. Convincilo che c’è una sola verità: spogliati o fallirai.

E lui farà il suo dovere mettendosi a raccattare tutto l’intimo che trova in Rete. Così il cerchio si chiude: più nudo in vista, più cuori, più voglia di spogliarsi. Una Shelley Winters in là con gli anni diceva che la nudità sullo schermo è disgustosa, vergognosa e antipatriottica. Aggiungendo però che se avesse avuto il bel corpo dei suoi 22 anni sarebbe stata artistica e di buon gusto. Non era ipocrita ma realista, proprio come Instagram che proibisce agli utenti lo "state of undress" ma di fatto lo incoraggia. L’algoritmo guida lo sguardo. Se un tizio senza vestiti cammina per strada agitando un machete e sparando con un fucile a pompa la gente chiamerà la polizia non per avvisare che si sta compiendo una strage ma che là fuori c’è un tizio strambo tutto nudo.