Venerdì 26 Aprile 2024

Un miliardo e mezzo per rilanciare gli istituti tecnici

Dal marketing al turismo, dall’elettronica fino alla chimica e alle biotecnologie. E ancora, dall’informatica e telecomunicazioni fino al Sistema moda e all’Ambiente. Sono numerosi e variegati gli indirizzi degli Istituti tecnici presenti in Italia di cui ieri il premier nel suo discorso programmatico in Parlamento ha sottolineato la necessità di rilancio per coltivare e maturare le competenze vitali per la modernizzazione del Paese.

Nel sito del ministero dell’Istruzione, si legge, questi istituti "offrono una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico. E allo stesso tempo favoriscono lo sviluppo di competenze che permettono un immediato inserimento nel mondo del lavoro, in un’impresa o in un’attività autonoma".

Istituti tecnici che spesso, nella vulgata comune, sono considerati quasi di serie B rispetto ai licei tradizionali, e che ora tornano in primo piano nelle parole pronunciate dal presidente del Consiglio in Senato. Quando il premier ha sostenuto: "È necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni. In questa prospettiva particolare attenzione va riservata agli Istituti tecnici. In Francia e in Germania, ad esempio – ha ricordato Draghi – questi istituti sono un pilastro importante del sistema educativo. È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Il Programma nazionale di ripresa e resilienza assegna 1,5 miliardi agli Istituti tecnici, 20 volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate" ha sottolineato Draghi.