Venerdì 8 Novembre 2024
RICCARDO NENCINI*
Cronaca

Matteotti l’eretico

Riccardo Nencini, presidente del Gabinetto Vieusseux, celebra l'uomo Matteotti, eretico e oppositore del fascismo, assassinato per la sua irriducibile opposizione al regime. La sua figura va oltre l'eroismo, incarnando la lotta per la libertà e la verità.

All’eroe, al martire antifascista, ho sempre preferito l’uomo. L’uomo di fronte al destino, che corre dove cova l’incendio per non abbandonare alla sorte i diseredati della sua terra, la provincia più povera e negletta d’Italia. L’uomo che, quasi alla cieca, combatte per affermare la verità, in solitudine perché nessuno ha annusato il pericolo che dilania il Polesine e da lassù cala in ogni altra regione. In pochi comprendono la gravità della sua denuncia, giudicano il fascismo un fatto circoscritto, tipico di zone arretrate. E invece. L’uomo che crede profondamente in un’idea, a tal punto da mettere a rischio la vita. L’uomo che ama un’unica donna fin dal primo incontro a Boscolungo, passeggiando nelle foreste appenniniche, all’Abetone, e affida alle lettere sentimenti e passioni perché da anni è un bastardo, un esule, inseguito e braccato. Eccola Velia. "Non mi volterò per vedere il tempo perduto, perché anche prima tu c’eri, se non come persona, come idea".

L’uomo che intuisce per primo che il Duce sta inaugurando una nuova e diversa stagione politica figlia dello spirito germinato nelle trincee e della crisi che ha colpito la piccola borghesia. L’uomo che crede nella democrazia parlamentare e nella libertà in un’epoca in cui la democrazia è un cane morto, bastonata da fascisti e da comunisti alla stessa maniera. L’uomo è un eretico, un riformista inviso a destra e sinistra. E infatti, quando il cadavere di Giacomo viene scoperto, mentre Gobetti ne esalta la figura politica, Gramsci usa parole di fuoco. "È morto il pellegrino del nulla", inefficace la sua azione politica. La sintesi: ha sbagliato tutto. Un socialtraditore. Oggi sappiamo che venne assassinato per la sua irriducibile opposizione al Duce e al fascismo, perché aveva scoperto il falso nel bilancio dello Stato e per aver raccolto le prove di una tangente ad alti membri del regime. Un uomo solo, Matteotti, non un eroe fuori dal tempo. Un eretico che della libertà ha fatto una ragione di vita. Dovrebbe convincersene anche la presidente Meloni. Non basta dire che fu ucciso da una squadra fascista, un’ovvietà. Va condannato il Ventennio perché i totalitarismi sono il male assoluto. Condannato con la passione e la forza di cui Giorgia va fiera.

*Presidente del Gabinetto Vieusseux, scrittore