Giovedì 25 Aprile 2024

Uccisa a colpi di martello la pastora anti-razzista

Trovata morta in casa Agitu Gudeta, 42 anni, simbolo dell’integrazione . Viveva nella Valle dei Mocheni con le sue capre. Sospettato un dipendente

TRENTO

Agitu Gudeta, la rifugiata etiope di 42 anni diventata simbolo di integrazione per il successo della sua azienda agricola biologica la ‘Capra Felice’ - undici ettari e ottanta capre autoctone nella Valle dei Mocheni, in Trentino - è stata trovata morta ieri sera nella sua abitazione, a Frassilongo (Trento).

Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, si tratterebbe di un omicidio. Sul corpo della donna ci sarebbero lesioni riconducibili a un atto violento. Sarebbe stata colpita da un martello, alla testa. Martello poi rirtovato.

A scoprire la donna già morta, in camera da letto, sono stati i vicini di casa, allertati da un conoscente della vittima preoccupato perchè la donna non era andata a un appuntamento.

I carabinieri sono accorsi sul posto assieme al magistrato, e dal medico legale si attendono chiarimenti sulle cause del decesso. Dai primi riscontri non appaiono segni di effrazione. Circa due anni fa, Agitu aveva ricevuto minacce e subito una aggressione a sfondo razziale. L’uomo che abita la baita vicino all’abitazione della ‘pastora bio’ l’avrebbe apostrofata con male parole: "Sporca negra te ne devi andare". Lo scorso gennaio, l’autore della violenza, che si era scagliato anche contro il casaro del Mali che aiutava Agitu, era stato condannato a 9 mesi per lesioni dal Tribunale di Trento, mentre l’accusa di stalking finalizzato alla discriminazione razziale era stata lasciata cadere, contrariamente a quanto aveva chiesto il pubblico ministero.

Ma a tarda sera le indagini si sono concentrate su un giovane africano dipendente dell’azienda, che avrebbe avuto dissidi con la donna per motivi economici.

Agitu, nata ad Addis Abeba nel 1978, aveva studiato sociologia all’Università di Trento e poi era tornata nel suo Paese. Nel 2010, a causa della situazione di conflitto interna, aveva fatto ritorno in Italia e nella Valle dei Mocheni, dove dal Medioevo vive una minoranza di lingua tedesca, aveva dato vita alla sua azienda della quale si erano occupate anche trasmissioni televisive e riviste come Vanity Fair.

A Trento aveva aperto un punto vendita di formaggi e prodotti cosmetici a base di latte di capra. Sul suo profilo Facebook aveva appena scritto "Buon Natale a te che vieni dal sud, buon natale a te che vieni dal nord, buon natale a te che vieni dal mare, buon natale per una nuova visione e consapevolezza nei nostri cuori".