Mercoledì 24 Aprile 2024

Trump pensa al 2024 e lancia il suo social

L’ex presidente guarda sotto traccia alle prossime elezioni. Silenziato da Facebook e Twitter, presenta Truth (Verità): online da novembre

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di Giampaolo Pioli

Donald Trump non ha mai creduto a nessuno e adesso vuole fondare la sua ’verità’. Finanziata di tasca propria, l’ex presidente degli Usa lancerà contro i media ostili e i social come Facebook e Twitter che lo hanno espulso, un sistema di informazione alternativo. Si chiamerà Truth proprio come verità e dovrebbe partire a novembre solo a inviti, per poi essere esteso a tutta la Rete. Donald il guerriero sta valutando se correre per le elezioni presidenziali del 2024, ma Truth, se funzionasse, potrebbe diventare il suo "social di distruzione di massa" per annullare gli avversari. "Viviamo in un mondo – dice il tycoon che non si è mai ripreso dalla sconfitta contro Biden – dove i talebani hanno un’enorme presenza su Twitter, mentre il vostro presidente preferito viene silenziato. Questo è inaccettabile". L’annuncio della nascita di Truth arriva dalla Trump Media & Technology group, di cui Donald è presidente. Quello che inizia a novembre è di fatto un test perché la vera apertura della piattaforma nella primavera del 2022. A Wall Street però la notizia ha fatto balzare alle stelle la società Digital World Acquisition Corp che si occuperà del lancio del nuovo social: i suoi titoli, dopo un aumento del 379% sono stati bloccati per eccesso di rialzo. La Dwac potrebbe considerare stratgico inglobare Truth e questo darebbe a Trump ampi margini di manovra per tornare alla ribalta e riproporsi come candidato imbattibile nel 2024.

Molti analisti sostengono però che, se anche Truth si affermasse, andrebbe a irrobustire i social e i siti della destra estrema e senza filtri come Parler, che già esistono ma che conservano solo una audience di nicchia. Se l’ex presidente però fosse davvero deciso a tirar dritto, la "trumpiana verità unilaterale" potrebbe non soddisfare il partito repubblicano già alle prese con una cieca lealtà a Trump e il rischio di rompere l’attuale compattezza è reale. Soprattutto se non ci fosse un cappotto contro i democratici nelle elezioni di medio termine del 2022 dove è in ballo il controllo di Camera e Senato. Il nuovo slogan di Trump è "combattere la tirannia di Facebook e Twitter" e l’ex presidente lo suggerisce a decine di migliaia di seguaci. Le cose però potrebbero complicarsi nei prossimi giorni perché con l’istituzione della commissione sull’assalto al Congresso del 6 gennaio, una verità dei fatti è destinata a spuntare. Se per alcuni dei consiglieri più fidati e spregiudicati del presidente, come lo stratega Steve Bannon, potrebbe addirittura scattare l’accusa di oltraggio al Congresso perché non si è presentato a testimoniare, l’intera strategia del rilancio politico di Trump potrebbe precipitare. Attualmente la maggioranza dei candidati repubblicani, che si devono misurare con le urne tra un anno, preferisce rimanere nell’orbita di Trump piuttosto che seguire scenari alternativi e più indipendenti come sta facendo Liz Cheney, ma i dissidenti come lei potrebbero moltiplicarsi. Donald è sempre pieno di idee audaci, ma anche l’apertura di un suo blog qualche mese fa senza l’onda d’urto dei follower in Facebook si è rivelato un flop. Questo Truth potrebbe essere un vero canale di informazione alternativa, ma che non ha nulla a che fare con la realtà anche se sarà il vero e unico interprete della verità di Trump.