di Antonella Coppari Una lunga notte dopo il giorno del massacro. I candidati vengono falcidiati uno dopo l’altro: l’unico che continua a raccogliere consensi è Sergio Mattarella: 125 i voti per il presidente della Repubblica nel terzo round. Un messaggio, inviato soprattutto dai grillini, ai partiti. I fan del bis non demordono: è uno dei pochi punti fermi in ore frenetiche, segnate da scontri interni, silenzi tattici e colloqui a 360 gradi alla vigilia della quarta votazione. Come un fiume carsico, la soluzione appare per poi inabissarsi all’improvviso. A sera, l’idea della spallata della destra sembra sparita: si tratta su un nome che tenga insieme la maggioranza di Draghi. Dopo una telefonata con Silvio Berlusconi, è l’opzione che prende in considerazione Matteo Salvini: "Vedrò gli alleati di governo". Rilancia Enrico Letta. "Qualunque presidente voteremo domani non sarà di parte". Se non si troverà una quadra entro le 11, il centrosinistra voterà di nuovo scheda bianca. Alle 22, quando partono i “conclavi“ dei grandi elettori nei partiti, il nome in pole position è quello di Pier Ferdinando Casini. Se non il più gradito, di sicuro è meno sgradito: è il responso del giro di orizzonte sull’ex presidente della Camera. Poi, arriva la prima doccia fredda: "Se gli alleati lo votano, M5s andrà all’opposizione", fanno sapere "fonti" del Movimento. Uno stop rimangiato: "Non abbiamo detto no a nessuno", assicura Conte. Però i Cinquestelle insistono sul capo del Dis, Elisabetta Belloni. Nel frattempo, piombano i dubbi di Lega e Fd’I, anche se sul nome di uno dei fondatori della Cdl aumentano i consensi dentro il Pd. Resta papabile, ma solo oggi si capirà se salirà sul Colle. Prima di lui, era passata la meteora Sabino Cassese: il costituzionalista che, sulla carta, avrebbe potuto mettere d’accordo tutti. "Sarebbe una sorta di Mattarella bis, senza Mattarella", ...
© Riproduzione riservata