Giovedì 25 Aprile 2024

Torino, neonato morto di polmonite. I genitori: "In ospedale ci dissero di fare l'aerosol"

Aperta un'inchiesta per omicidio colposo. Lo strazio di mamma e papà: "Continuiamo a guardare le sue foto: è tutto ciò che ci rimane"

Neonato (foto di repertorio)

Neonato (foto di repertorio)

Torino, 20 febbraio 2019 - Aveva appena 20 giorni, ed è morto di polmonite fulminante dovuta a un virus all'ospedale Maria Vittoria di Torino, dov'era nato. Una tragedia, per la famiglia, che ora vuole andare a fondo e non risparmia le accuse.

Il racconto dei genitori è straziante. Il piccolino rifiutava il latte, tossiva ininterrottamente e dormiva tutto il giorno. I genitori, spaventatissimi, si sono rivolti alla pediatra e su suo consiglio, la notte del 31 gennaio, l'hanno portato all'ospedale. Ma qui i medici che l'hanno visitato gli hanno prescritto solo un aerosol e lo hanno dimesso. Il bambino, invece, aveva in corso una polmonite. Tornato a casa, la mattina di due giorni dopo (il 2 febbraio), il neonato è svenuto: immediata la chiamata al 118, ma il neonato è morto poco dopo l'arrivo in ospedale. Secondo l'autopsia, eseguita nei giorni scorsi dal medico legale Francesco Bison, la causa della morte è polmonite fulminante dovuta a un virus. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti per la morte del bambino.

"Vogliamo solo giustizia".

I GENITORI - "Vogliamo solo giustizia - dicono ora, affranti, il papà e la mamma del bimbo - Stava male e così l'abbiamo portato al pronto soccorso. L'hanno visitato, dimesso e gli hanno prescritto l'aeresol. Abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato detto ma, la mattina del 2 febbraio, nostro figlio ha girato gli occhi, ha perso i sensi. Abbiamo chiamato il 118: i medici hanno cercato di rianimarlo per quasi un'ora. Poi l'hanno portato all'ospedale, ma quando siamo arrivati ci hanno detto che non ce l'aveva fatta. Ora continuiamo a guardare le sue foto: è tutto ciò che ci rimane".  I due, lui 40 anni e lei 29, sono seguiti dagli avvocati Enzo Pellegrin e Federico Milano