Giovedì 25 Aprile 2024

Terme, fallita la vecchia società di gestione creata nel 2002 dagli ascolani

Nel 2006 l'azienda rientrò nelle mani della proprietà pubblica

Mauro Scaramucci, ex amministratore delegato della società "Le Terme di Montecatini spa"

Mauro Scaramucci, ex amministratore delegato della società "Le Terme di Montecatini spa"

Montecatini 19 gennaio 2015 - "Le Terme di Montecatini Spa”, società di gestione privata dell'azienda di viale Verdi, creata dal gruppo di imprenditori ascolani che nel 2002 vinse il bando europeo per l'affidamento, è stata dichiarata fallita.

Sembra di riascoltare una vecchia favola, quando dodici anni fa il patron di Vitawell Mauro Scaramucci e l'immobiliarista Pietro Santarelli sbarcarono a Montecatini garantendo 85 miliardi di lire in investimenti. Una promessa mai mantenuta, dato che si limitarono solo a fare metà dei lavori previsti alle Redi. Dopo due anni dal loro arrivo, nel 2004, scoppiò il caso legato a Scaramucci, amministratore delegato della società di gestione,accusato di appropriazione indebite legate al capitale sociale, per la quale venne poi pienamente assolto nel 2011 dal tribunale di Ascoli. E mentre la vicenda finì nelle mani della magistratura, in città partirono le polemiche.

Tra Comune e Regione, da una parte, e la gestione partì così un contenzioso che venne risolto soltanto nel 2006 con la restituzione delle Terme alla proprietà, attraverso un ricorso d'urgenza presentato alla sezione di Monsummano del tribunale. Ettore Severi, allora sindaco in carica si presentò all'udienza con la fascia tricolore, per ribadire l'importanza dell'azienda per la città. Nel 2013, l'accordo raggiunto con gli ex-gestori privati dall'azienda di viale Verdi sui lavori alle Redi ha consentito una sopravvenienza di 3,6 milioni di euro. E grazie a tutto ciò, il bilancio ha chiuso con un utile di 634mila euro, risultato essenziale per ottenere il mutuo da Bnl.

Adesso, il tribunale fallimentare ha messo la parola fine su quella che si è rivelata una delle vicende più brutte, se non la peggiore in assoluto, nella storia della città. Un esempio che viene ancora citata come valida motivazione per non ripercorrere una strada del genere da parte di numerosi esponenti degli albergatori. E quale sarà il futuro delle Terme, mentre il cantiere alle Leopoldine è fermo da quasi quattro anni e l'assemblea dei soci non ha ancora dato il mandato all'amministratore unico Fabrizio Raffaelli per la firma del nuovo mutuo da 8 milioni di euro con il pool di banche guidato da Bnl? “Lunedì - dichiara su Facebook il vicesindaco Ennio Rucco - inizia la settimana decisiva per le nostre Terme. Il lavoro è durissimo. So che la città aspetta risposte su questa storia infinita. Le avrà chiare, definitive”.