Giovedì 25 Aprile 2024

Tenta una reazione chimica, muore a 10 anni

Il bimbo, in casa con la mamma, aveva provato il test del "serpente di fuoco": il 60% del corpo ustionato. L’agonia di 36 giorni.

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di Viviana Ponchia

Due operazioni, una lotta durata 36 giorni e la speranza in un miracolo che non c’è stato. Riccardo Celoria, il bimbo di dieci anni di Collegno che durante il lockdown aveva tentato a casa un esperimento di scienze rimanendo ustionato sul 57% del corpo, è morto ieri a mezzogiorno. "Non ce l’ha fatta – conferma disperato il papà Piero dal reparto di rianimazione del Regina Margherita –. Fino alla fine abbiamo voluto credere che si sarebbe ripreso, anche se viaggiava fra alti e bassi. Le sue condizioni erano definite gravi ma stabili".

Era successo sotto gli occhi della madre, alle dieci e mezzo di sera del 27 maggio. Riccardo, piccolo genio delle formule, dei circuiti elettrici e dei marchingegni robotici, aveva deciso che per chiudere in bellezza la quinta e stupire la maestra ci voleva una tesina ad effetto: il serpente del faraone. Su Internet ci sono spiegazioni dettagliate, aveva preso appunti su un quaderno. Un rettile mostruoso che prende forma su un piatto di ceramica. Lo aveva già fatto, stavolta voleva filmare il prodigio. Tutto di testa sua, fra i compiti non era prevista la reazione chimica da innescare con il fuoco: bicarbonato, zucchero, sabbia e alcol. Uno spettacolo. "Una di quelle cose che piacevano a lui – ricorda il padre –. Era un po’ fissato ma bravo. E la sera prima anche mia moglie aveva voluto provare per accertarsi che non fosse pericoloso".

Una goccia che scappa, un ritorno di fiamma, la mamma che cerca di proteggerlo con una coperta e rimane ferita. Nessuno ha capito cosa sia successo esattamente nella villetta di via Gobetti a due passi dal municipio di Collegno. Si è accertato che la scuola Don Milani non ha avuto responsabilità e al momento dalla procura, dove è stato aperto un fascicolo, non sono arrivati avvisi di garanzia da notificare. Un vicino di casa ricorda che Riccardo gli aveva chiesto un accendino con il beccuccio lungo per essere sicuro di non bruciarsi. Dal palazzo di fronte un ragazzo di 23 anni ha visto la scena: "Era là in fiamme sul balcone. Mi sono messo a correre, ho aperto la porta a spallate e ho preso uno straccio per spegnare il fuoco. La casa era piena di fumo".

Durante le operazioni di soccorso il bambino era rimasto cosciente anche se in condizioni disperate con ustioni estese in faccia, al braccio e alla mano destra, al torace fino all’ombelico. Il 29 maggio era stato operato per la prima volta, da mezzogiorno alle otto di sera, un lavoro meticoloso per sostituire la cute bruciata con prelievi dalla banca della pelle. Il mercoledì successivo c’era stato nuovo intervento sul cuoio capelluto, con i relativi rischi di infezione. Il padre non ha mai accusato l’insegnante: "La scuola non c’entra. La colpa è di Internet e di chi illude che questi esperimenti siano facili e divertenti. I bambini sono curiosi. E possono sottovalutare i rischi". A Collegno nel giorno del funerale sarà dichiarato il lutto cittadino. "Il sacrificio di Richi deve servire a tutti noi per innalzare la soglia di attenzione – dice il sindaco Francesco Casciano –. Abbiamo sperato e pregato perché questa notizia non arrivasse. Ora occorrono silenzio e vicinanza ai genitori".