Mercoledì 24 Aprile 2024

Telefonata gelida col premier, lunedì summit decisivo

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Alla fine, si sono telefonati, Mario Draghi e Giuseppe Conte, alle 16.30 esatte. Si sono dati appuntamento per lunedì a Palazzo Chigi. Non sarà un colloquio facile. La telefonata è servita solo per stabilire il giorno e l’ora dell’incontro.

"Sarà un incontro importante", avverte Conte, che poi aggiunge, minaccioso: "La permanenza nel governo la valuteremo nei nostri organi politici". Molti parlamentari, quasi tutti gli attivisti, i referenti locali, tre vicepresidenti su cinque e un ministro su tre (Patuanelli) sono dell’idea che bisogna, al più presto, forzare la mano e uscire. A quel punto, essendo diventata un’arma già scarica l’appoggio esterno (Draghi, sul punto, è stato netto), la via maestra resta l’opposizione. Il senatore Airola: "Le fragole sono marce".

A tifare per la permanenza resta l’ala governista, con la Dadone, ma a infierire contro Conte c’è il ministro degli Esteri e leader di Insieme per il futuro, Luigi Di Maio: "Credo che non si possa continuare a picconare il governo". Inoltre, una fonte racconta all’Adnkronos che "eravamo sul punto di votare no alla risoluzione sull’Ucraina, poi Di Maio ha fatto la scissione e abbiamo desistito per non regalargli la ribalta". Conte deve scegliere: dentro o fuori. Una delle gocce che può far traboccare il vaso è il dl Aiuti che lunedì va in Aula: già contiene norme indigeste come il termovalorizzatore a Roma, la limitazione del superbonus al 110% e nuove trivelle nel mar Adriatico, ora arriva pure la stretta al Reddito di cittadinanza. Il refrain dei 5s è: "Dipenderà da come il M5s verrà trattato dal governo. Se siamo importanti Draghi lo dimostri".

Ettore Maria Colombo