Venerdì 26 Aprile 2024

Tamponi anche negli studi medici "Ma così sarà panico nei condomini"

Milano, altolà dell’Ordine: i test negli ambulatori sono una follia, non c’è sicurezza e si terrorizzano i vicini. Pronto soccorso ancora presi d’assalto in tutt’Italia. Aumentano i ricoveri e i pazienti in terapia intensiva

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di Alessandro Farruggia

Picco assoluto di casi (+24.991 a fronte dei +21.994 del giorno prima) grazie soprattutto al record dei tamponi che sono stati 198.952, ovvero 24.554 in più rispetto a 24 ore prima. I decessi calano dai +221 di martedì a +205. I pazienti ricoverati con sintomi sono 14.981 (+1.026, martedì +958), mentre i malati più gravi in terapia intensiva sono 1.536 (+125, 24 ore prima +127). "L’epidemia – ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Silvio Brusaferro – è oggi largamente diffusa in tutta l’Italia e non più localizzata". C’è però qualche timidissimo segnale positivo. Il rapporto contagi tamponi totali che era calato dal 13,6% di lunedì al 12,6% di martedì, è stato ieri del 12.56%. Anche più interessante il rapporto positivi nuovi tamponi che cala dal 20,7% al 20,5%. Prima è la provincia di Trento, che ha un tasso del 47,6%, in calo dal 51%. Il Veneto aumenta dal 27,6% al 32,6% e la Lombardia dal 27,5% al 29,8% ma la Campania cala dal 32,3% al 27,1%, la Toscana dal 21,6% al 20,9%, le Marche dal 24,9% al 20,3% Il Piemonte dal 21,8% al 20,3% l’Emilia Romagna dal 19,25 al 13,8%. Il Lazio è stabile al 9,8%. Ancora sotto assalto i pronto soccorso di tutta Italia: ambulanze con pazienti a bordo in fila per ore prima di entrare. Per cercare di recuperare il tracciamento dei focolai sono in arrivo tamponi rapidi ed ecografie dal medico di famiglia e dai pediatri di libera scelta. Questo dovrebbe portare a 50 mila test potenziali in più al giorno. A permetterlo è l’accordo siglato tra i sindacati dei medici di famiglia e la parte pubblica. Su quattro sigle sindacali coinvolti nella trattativa, il testo è stato firmato da due che valgono, però, il 70% in termini di rappresentatività.

Dunque, l’accordo è valido per tutti e l’adesione alle prestazioni richieste è obbligatoria, seppure i medici possono delegare l’esecuzione del test ad un’altra struttura o un altro collega che appartiene alla stessa forma associativa. Ma per molti medici l’accordo è pericoloso e inapplicabile. Il presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi è durissimo: "Ritengo una follia l’accordo che prevede la possibilità che i medici di famiglia facciano i tamponi rapidi nei loro studi. E’ pazzesco e rischioso per salute. Un medico può anche mettersi a disposizione, ma si pone un altro problema, e cioè che i camici bianchi che fanno questo devono essere protetti in maniera completa. Altri medici mandati a morire non ne voglio più vedere". Rossi preconizza anche una ‘rivolta dei condomini’ . "In contesti come gli studi nei condomini, specie in realtà urbane come Milano e hinterland o Brescia – avverte – fare test sarà semplicemente impossibile".