Giovedì 25 Aprile 2024

"Tamponi a carico delle aziende" Carta verde, i paletti dei sindacati

"In ogni caso nessuno dev’essere licenziato". Draghi non metterà la fiducia

Il Green pass verrà sicuramente esteso, ma la riunione della cabina di regia slitta: la maggioranza è spaccata, e i sindacati alzano le barricate, chiedendo che il costo dei tamponi, per i lavoratori non vaccinati, sia a carico delle aziende che, naturalmente, rifiutano l’onere. Inutile mettere troppa carne al fuoco: meglio attendere il voto alla Camera sul primo decreto con cui si è introdotta in Italia la certificazione verde per i locali pubblici al chiuso. Anche se il governo non metterà la fiducia, i mal di pancia della Lega restano.

Malessere che coinvolge anche le parti sociali. Dopo lo scontro estivo riprende il confronto tra sindacati e industriali: i leader di Cgil, Cisl e Uil vedono prima il presidente di Confindustria Bonomi e poi quello di Confapi (Casasco). Ma il dialogo è in salita: alla richiesta di Bonomi di utilizzare il passaporto vaccinale nelle aziende, Landini, Sbarra e Bombardieri (nella foto) replicano: "Bene, ma le imprese devono caricarsi dei costi dei tamponi e di non licenziare nessuno anche chi non fa il tampone". Figuriamoci, la replica del leader degli industriali: "Non può essere assolutamente a carico nostro. Se le parti sociali trovano un accordo su questo tema, è il governo che deve farsi carico di quei costi". Rendere gratuiti i tamponi, aveva fatto filtrare nei giorni scorsi Palazzo Chigi, significa disincentivare la vaccinazione in un momento in cui si sta facendo il possibile per allargare la platea e non arrivare all’obbligo vaccinale: il tema è tanto vivo e tanto delicato che Landini, prima degli industriali, ha incontrato Draghi. Un colloquio durato un’ora e mezza.

r. r.