Giovedì 11 Aprile 2024

Super Green pass: scatta l’obbligo per bus e hotel, congelato al lavoro

Il governo si spacca sull’estensione ai lavoratori. Slitta tutto, nonostante il pressing di Regioni e Cts

Super Green pass controllato in un bar

DA DOMANI GREEN PASS OBBLIGATORIO PER LOCALI E MANIFESTAZIONI AL CHIUSO, CERTIFICAZIONE VERDE, BAR, BARISTA

Nessuna estensione generalizzata dell’obbligo di super Green pass per lavorare, ma una raffica di obblighi di certificazione verde rafforzata per le clientele delle attività sottoposte a revisione. Dal 10 gennaio 2022 fino alla cessazione dello stato di emergenza, l’uso del super Green pass sarà applicato alle seguenti attività: alberghi e strutture ricettive; feste conseguenti a cerimonie civili o religiose; sagre e fiere; centri congressi; servizi di ristorazione all’aperto; impianti di risalita turistico-commerciale anche in comprensori sciistici; piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all’aperto; centri culturali, centri sociali e ricreativi per le attività all’aperto; mezzi di trasporto compreso il trasporto pubblico locale o regionale.

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Mario Draghi prende atto di una maggioranza divisa e congela il cambio di passo sui lavoratori optando per una mediazione che salva la faccia a tutti, ma lascia qualcuno con l’amaro in bocca. L’asse centrale del rigore (Leu-Pd-Forza Italia) non sfonda le resistenze – per motivi opposti – di 5 Stelle e Lega. Forse una caduta di ritmo rispetto alla precedente aggressività regolatoria sempre adesiva ai cambiamenti di contesto. Un Draghi più politico, meno disponibile a rischiare, con l’ipotesi Quirinale tuttora sospesa e gli effetti della variante Omicron ancora da soppesare, tra spinte contrapposte e palpabili tensioni. Di sicuro c’è che l’obbligo vaccinale tra i lavoratori resta per ora a esclusivo carico di sanitari, occupati nelle Rsa, forze dell’ordine e personale scolastico.

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Sposta gli equilibri il Movimento 5 Stelle. "Non siamo contrari all’obbligo di Super Green pass, come dimostrano i precedenti decreti", ragiona il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, bersaglio delle minacce No vax. "Finora abbiamo sempre ragionato per funzioni: forze dell’ordine, docenti, sanitari. Quale sarebbe ora la ratio – è la domanda ai colleghi dell’esecutivo –: distinguere tra un lavoratore e un disoccupato? Forse conviene ragionare sull’obbligo vaccinale" , opzione cara anche a Pd e Leu.

Un obiettivo troppo ambizioso per un Cdm già frammentato, in cui la Lega frena e si mette di traverso. Anche a costo di conflitto con i (propri) governatori del Nord. In mattinata Massimiliano Fedriga (Friuli), il numero uno della Conferenza delle Regioni, Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia) sposano la linea comune dei te rritori.

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Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio, raffredda ogni accelerazione con parole studiate: se si volesse estendere l’obbligo del super pass ai luoghi di lavoro configurando di fatto un obbligo vaccinale – è il ragionamento svolto in Cabina di regia – lo Stato dovrebbe assumersi la responsabilità di eventuali conseguenze da vaccino ed elencare i ’fragili’ esenti dall’obbligo. È il segnale che la Lega rivendica una sensibilità con la quale fare sempre i conti.

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Lo stop all’ipotesi estensiva non piace a Confindustria e neppure ai sindacati. Soprattutto, lascia con il cerino in mano l’asse ’sanitario’ di governo che va da Leu e dal Pd fino a Forza Italia. "Aspiro al Super Green pass per tutto il mondo del lavoro e quindi alla vaccinazione obbligatoria per tutti i lavoratori privati, pubblici e autonomi", è l’auspicio alla vigilia del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, in tacita intesa con il ministro del Lavoro Andrea Orlando e il titolare della Sanità Roberto Speranza. Nulla da fare. Il governo approfondirà. Sarà un nuovo Cdm a rivalutare la situazione.