Venerdì 25 Luglio 2025
CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Strage di Corinaldo. La fuga finisce in Spagna. Era evaso dopo la laurea

Condannato a 11 anni e 10 mesi, la latitanza è durata due settimane. Fermato in una località turistica, aveva con sé documenti e soldi finti.

Andrea Cavallari, 26 anni, dopo l’arresto

Andrea Cavallari, 26 anni, dopo l’arresto

e Andrea Massaro

Aveva pianificato tutto nel dettaglio, e da tempo. Munito di documento falso, si è spostato prima con un’auto e poi con taxi privati fino al confine, riuscendo ad arrivare a Barcellona. Qui si spostava continuamente, di albergo in albergo. Ma non sapeva che già da diversi giorni era stato individuato, ‘tradito’ proprio da quel documento falso, col nome Antonio Saitta, oltre che dalla carta di credito e dalle telecamere: gli investigatori seguivano ogni sua mossa, aspettando solo il momento giusto per catturarlo. E così è stato, ieri mattina. Si è conclusa alle 10.45, minuto più minuto meno, davanti a un hotel di Lloret de Mar, vicino Barcellona, la fuga di Andrea Cavallari, 26enne di Bomporto (Modena) evaso dopo la discussione della tesi di laurea in legge all’Università di Bologna. Era rinchiuso nel carcere della Dozza, dove stava scontando la condanna in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo (Ancona) avvenuta la notte dell’8 dicembre 2018, quando la cosiddetta banda dello spray, di cui lui faceva parte, scatenò il panico nella discoteca Lanterna Azzurra, dove sono rimaste uccise nella calca sei persone: cinque ragazzini e una mamma di quattro figli.

Il 3 luglio, Cavallari ha salutato i parenti, con cui ha pranzato per festeggiare il traguardo della laurea, e poi è sparito nel cuore del centro storico. Cavallari quel giorno è uscito dal carcere grazie a un permesso di necessità, concesso dal magistrato di sorveglianza di Bologna, che non prevedeva la presenza della scorta. Doveva rientrare in carcere alle 18. Quel pomeriggio, è iniziata la sua fuga, durata due settimane esatte.

La cattura ieri vicino Barcellona – dove non aveva, a quanto risulta, nessun aggancio - è stata possibile grazie a quanti hanno lavorato senza sosta, giorno e notte. A cominciare dal Nir (Nucleo investigativo regionale) della polizia penitenziaria, guidato dal comandante facente funzione Giuseppe Ciuffreda, in stretto raccordo con il Servizio centrale (Nic) e il Nucleo investigativo dei carabinieri di Bologna e di Ancona. Sul caso la Procura di Bologna, in collaborazione con quella di Ancona, ha aperto un fascicolo per evasione. Aperta anche un’indagine sui complici, per favoreggiamento: sono almeno un paio le persone nel mirino degli inquirenti, ma si pensa che la rete di quanti l’hanno aiutato sia molto più estesa.

Gli inquirenti hanno creato ‘schede operative’ con i dati essenziali (nome falso, età e poco altro) e la foto dell’evaso. Quando è stato fermato, aveva con sé banconote false e, pare, anche un paio di cellulari. Una prima ‘certezza’ su dove fosse è arrivata dall’utilizzo della carta di credito, il 13 luglio, in un albergo. Carta che non aveva esitato a usare per gli acquisti più vari, spendendo tranquillamente in ristoranti e souvenir. Quando è arrivato l’alert della ‘strisciata’ della carta, intestata a Saitta, è bastato incrociare le informazioni con quanto si vedeva nelle immagini delle telecamere degli alberghi e con l’utenza telefonica individuata: è stata subito attivata la Udyco, unità specializzata catturandi e la zona è stata circoscritta. Da allora Cavallari è stato sempre monitorato. Fino, appunto, a ieri mattina. Ora le forze dell’ordine spagnole stanno facendo perquisizioni nei vari posti in cui ha dormito e si sta cercando di trovare l’accordo sulla modalità più veloce per farlo tornare. "Non dovrebbero essere lunghe le pratiche per l’estradizione e a breve lo riporteremo dove doveva stare, in un carcere italiano", ha detto il procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona, Roberto Rossi. "Siamo sollevati nel sapere che sta bene – le parole del patrigno, Marco Montanari -, io però non lo incontrerò quando tornerà in Italia".