Venerdì 26 Aprile 2024

Stretta in Indonesia "Vietato fare sesso fuori dal matrimonio" Vale anche per i turisti

La legge entrerà in vigore fra tre anni e prevede fino a 12 mesi di carcere. I familiari potranno denunciare alle autorità le coppie conviventi. La norma non esclude i residenti stranieri. I timori della comunità gay

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di Alberto Pieri

Sesso al bando al di fuori dei rapporti matrimoniali. L’Indonesia scivola verso il Medioevo. Il quarto Paese al mondo per abitanti (276 milioni per l’87% musulmani), a cavallo tra Asia e Oceania, nazione arcipelago di 17.508 isole e decine di gruppi e sottogruppi etnici, approva per legge il divieto di ogni rapporto sessuale fuori dal vincolo nuziale, punendo ogni altro rapporto, dall’adulterio alla convivenza tra uomini e donne non sposati, includendo nel divieto persino turisti e stranieri residenti. Decorrenza della normativa: fra tre anni. Ma la stretta integralista – seppur non immediata – è già contestata da tutti gli altri gruppi etnici e politici più significativi in una nazione che garantisce costituzionalmente libertà di culto anche a cattolicesimo, protestantesimo, confucianesimo, induismo e buddhismo. E che ha una comunità Lgbtq ormai terrorizzata dal peggio in arrivo, dopo le discriminazioni sempre vissute sulla propria pelle.

Il nuovo codice penale prevede fino a un anno di carcere per i colpevoli di rapporti extraconiugali (in seguito alla denuncia di un familiare) e sei mesi dietro le sbarre per le coppie conviventi (sempre su denuncia di un familiare, unico ‘compromesso’ raggiunto tra liberali e conservatori per evitare iniziative autonome di polizia). In pratica un invito allo stretto controllo tribal-clanistico-familiare e alla delazione sentimentale. Con effetti potenzialmente pericolosi ben al di là della sfera affettiva. Come racconta alla Bbc una donna musulmana di 28 anni, di nome Ajeng, che vive nella città di Depok, nel West Java, tutti diventeranno ostaggi della normativa. Lei, ad esempio, confessa di sentirsi a rischio per aver convissuto con il suo partner negli ultimi cinque anni. "Con la nuova legge, entrambi possiamo andare in prigione se uno della famiglia decide di fare una denuncia – paventa –. E se c’è un membro della famiglia che ha un problema con me e decide di mandarmi in prigione? Penso che vivere insieme o fare sesso al di fuori del matrimonio non sia un crimine. Nella mia religione, è considerato peccato. Ma non credo che il codice penale dovrebbe basarsi su una certa religione".

Per Elaine Pearson, direttrice per l’Asia di Human Rights Watch, l’innovazione penale appena approvata rappresenta "un’enorme battuta d’arresto per un Paese che cerca di presentarsi come una moderna democrazia musulmana". Gli Stati Uniri si dicono "preoccupati". E chi vive di turismo, soprattutto a Bali, già teme i contraccolpi e la fuga degli occidentali dall’area più attrattiva dell’ex colonia olandese. Un totale capovolgimento di fronte, seppur dopo molte avvisaglie. Vedi applicazione della sharia, la dura legge coranica, a Banda Aceh (Sumatra). L’area più colpita dallo tsunami del 26 dicembre 2004 oggi rivaleggia con i paesi islamici più integralisti nella lotta alla libertà di relazione. Proprio ieri due uomini di 27 e 29 anni colpevoli di rapporti sessuali sono stati sottoposti da una corte coranica alla pena di 77 frustate ciascuno sulla pubblica piazza, assestate con una bacchetta di rattan da due agenti a volto coperto. La madre di uno dei due giovani è svenuta. Venti frustate a testa sono state invece la condanna, per così dire ’attenuata’, per due amanti eterosessuali. Se la nuova Indonesia è questa, altro che G20.