Mercoledì 24 Aprile 2024

Stipendi dei prof "Vita più cara al Nord, serve una soluzione" Poi il ministro si corregge

I presidi aprono, no dei sindacati. Landini (Cgil): niente gabbie salariali. Valditara: "Ma non ho mai messo in discussione il contratto nazionale"

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di Claudia Marin

Chi tocca le gabbie salariali muore. L’antico detto di un vecchio sindacalista appare quanto mai appropriato al caso nato dal rilancio del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, della soluzione di salari differenziati per aree geografiche, in relazione al differente costo della vita, per i docenti e il personale della scuola. Una ricetta che, unita all’apertura all’ingresso dei privati nel finanziamento delle scuole, ha prodotto una levata di scudi estesa e generale, dai sindacati ai partiti di opposizione, con la sola eccezione dei presidi. Al punto che, anche per effetto dell’irritazione malcelata di Palazzo Chigi per il nuovo fronte di scontro, lo stesso responsabile del dicastero di Viale Trastevere è stato costretto in serata a una robusta marcia indietro.

In meno di 24 ore, dunque, in un clima incandescente per il nodo dell’autonomia regionale che vede le Regioni del Sud contrarissime al pacchetto Calderoli, Valditara ha acceso un incendio e ha dovuto tentare di spegnerlo di corsa. "La scuola pubblica – ha spiegato – ha bisogno di nuove forme di finanziamento, anche per coprire gli stipendi dei professori che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle, si potrebbe aprire ai finanziamenti privati".

A sera, nella versione pompiere, lo stesso Valditara tira il freno a mano: "Non è mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e Regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico". Il problema è che, una volta esplosa, la bomba è deflagrata. Si scatenano innanzitutto i sindacati, quelli della scuola di tutte le sigle. Ma in campo scende anche direttamente Maurizio Landini: "Credo che tornare a una differenziazione di gabbie salariali come c’era 50 anni fa sia una follia, il nostro Paese è già abbastanza diviso non ha bisogno di aumentare le divisioni". Sulla stessa linea la Cisl e la Uil scuola, lo Snals e la Gilda. Ugualmente e altrettanto infuocata la reazione dell’opposizione. Da Giuseppe Conte alla candidata alla segreteria del Pd, Elly Schlein, gli aggettivi e le dichiarazioni si sprecano per bocciare la soluzione Valditara. Da "aberrante" a "spacca Paese" a "vuole la scuola per ricchi", da "visione antimeridionalista" fino a "è la scuola delle diseguaglianze", è tutto coro di no. Alla fine, insomma, solo i presidi restano a fianco del ministro: "Bisogna capire quale sarà la strada ma potrebbe essere quella di un consistente sgravio fiscale che consentirebbe alle aziende di respirare e al tempo stesso drenare parte delle risorse destinate all’erario dandole direttamente all’amministrazione scolastica", osserva il presidente di Anp nazionale, Antonello Giannelli. E per Mario Rusconi, presidente di Anp Roma, l’idea di pagare di più il personale che lavora e vive al Nord è "abbastanza sensata".