Giovedì 25 Aprile 2024

Spostamenti, arriva il green pass Rischia il carcere chi lo falsifica

Per muoversi in Italia servono i certificati di vaccinazione o guarigione, oppure un tampone negativo. Fino al 15 giugno solo un viaggio al giorno se non è per lavoro. E sempre rispettando i limiti di orario

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Mobilità sì ma a "velocità ridotta". Dal 26 aprile si rimonta in auto anche per lunghe distanze. Dopo quasi cinque mesi, infatti, salta il divieto di circolazione tra regioni gialle e bianche. Il decreto stabilisce che si potrà andare da un territorio all’altro, o muoversi in ambito regionale però con giudizio: fino al 15 giugno, infatti, sarà consentito un solo spostamento al giorno – come durante le festività natalizie e pasquali – per andare a trovare amici o parenti nel rispetto dei limiti orari vigenti (se il coprifuoco non viene modificato sarà cioè vietato tra le 22 e le 5) per un massimo di 4 persone oltre ai conviventi e ai minorenni o persone con disabilità o non autosufficienti. Una regola che va rispettata all’interno del comune di residenza per le zone arancioni. Sia ben chiaro: anche da quest’ultime come dalle zone rosse si potrà entrare e uscire, ma solo esibendo la certificazione verde. Ovvero un documento, che potrà essere cartaceo, che serve a provare e l’avvenuta vaccinazione o guarigione dall’infezione da Covid o ancora l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato ovviamente negativo. Chi lo falsifica rischia la galera.

La differenza sta nella durata: per chi ha ricevuto il vaccino (anche una dose) e per chi è ha avuto il virus questo passaporto verde sarà valido per sei mesi, sempre che in questo periodo l’interessato "non venga identificato come caso accertato positivo al SARS CoV-2": a quel punto, cessa immediatamente di aver valore. Sarà carta straccia. Per chi invece può esibire "solo" un tampone negativo durerà 48 ore. A rilasciare il pass potranno essere le strutture che effettuano la somministrazione, gli ospedali in cui si è stati ricoverati per il virus o il medico di base, i centri e le farmacie autorizzate per il test.

Chi – alla data di entrata in vigore del decreto – avesse completato il ciclo di vaccinazione senza però aver ricevuto alcuna forma di certificazione – può chiederla a chi ha erogato il trattamento sanitario o alla Regione o alla Provincia in cui l’ha fatto. In virtù della reciprocità che vige tra i paesi europei, il decreto prevede che le certificazioni verdi rilasciate negli stati membri dell’Unione europea sono riconosciute "come equivalenti a quelle disciplinate dal provvedimento". Quelle rilasciate in uno stato terzo a seguito di una vaccinazione riconosciuta dalla Ue e validate da uno stato Ue sono considerate equivalenti a quelle italiane. Insomma: il governo fa il possibile per salvare al stagione turistica. Fermo restando il problema delle zone a colori, inesistente la scorsa estate.

Antonella Coppari