Venerdì 26 Aprile 2024

Sanità, sette milioni di italiani indebitati per curarsi

Continua a salire la spesa sanitaria privata degli italiani: l'anno scorso ha raggiunto i 40 miliardi di euro. E sempre più italiani, 7 milioni, si sono indebitati per far fronte alle spese sanitarie e addirittura 2,8 milioni hanno dovuto vendere casa o svincolare i propri risparmi. A certificarlo è l'ultima ricerca Censis-Rbm. Il risultato è anche una crescente insoddisfazione nei confronti della sanità pubblica

Sanità

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Roma, 6 giugno 2018 - Mentre i consumi arrancano, continua a lievitare la spesa sanitaria privata. L'anno scorso ha raggiunto i 40 miliardi di euro (+2,9%) con un aumento medio tra il 2013 e il 2017 pari al 9,6%, quasi il doppio rispetto al trend dei consumi complessivi. Sempre più italiani pagano di tasca propria per le prestazioni sanitarie. Nell'ultimo anno sono stati 44 milioni; soltanto due anni fa erano 36 milioni (+8 milioni, aumento del 22%). La fotografia è quella scattata dal consueto rapporto realizzato da Censis e Rbm Assicurazione Salute.

LA RICERCA - Il rapporto presentato al Welfare Day 2018 presenta un quadro in peggioramento rispetto agli anni precedenti. Mentre i consumi delle famiglie arrancano, sempre più italiani pagano di tasca propria per le spese sanitarie. L'anno scorso le prestazioni private sono state 150 milioni con un esborso medio di 655 euro. Meno del 15% della spesa privata è rimborsato da forme sanitarie integrative. Il rapporto rivela che sette milioni di italiani si sono indebitati per far fronte alle spese sanitarie e 2,8 milioni hanno dovuto vendere le casa o svincolare risparmi.

COLPITI I PIÙ POVERI - La ricerca Censis-Rbm mostra inoltre che la spesa sanitaria privata non interessa in prevalenza i redditi più elevati. Si tratta di un fenomeno caratterizzato da un'importante regressività: il 32% della spesa sanitaria privata, infatti, ha riguardato i cittadini con reddito compreso tra 35mila e 60mila euro annui, il 17,58% i redditi tra i 15mila e i 35mila euro ed il 6,43% i redditi inferiori a 15mila euro annui. Più esposte, inoltre, risultano le persone in situazione di fragilità sanitaria e gli anziani: il 58% delle cure acquistate privatamente, infatti, riguarda i cronici, il 15% le persone con patologie acute, per oltre il 12% i non autosufficienti/inabili. Il costo medio pro capite sostenuto dagli anziani ( 1.356,23 euro annui), è più che doppio rispetto a quello registrato per tutti i cittadini. I PROBLEMI DEL SUD - A livello territoriale, la spesa sanitaria privata non risparmia le aree economicamente meno agiate: pagano di tasca propria le cure sanitarie, infatti, il 26% dei cittadini delle Regioni del Sud e Isole, poco meno del 20% di quelli del Centro, poco più del 24% dei cittadini del Nord Est e oltre il 30% di quelli del Nord Ovest. 

LE STIME - "La spesa sanitaria privata - afferma Marco Vecchietti, ad di Rbm Assicurazione Salute - rappresenta la più grande forma di disuguaglianza in Sanità". E la condizione di iniquità sembra destinata a peggiorare. Secondo le stime della Ragioneria Generale, entro i prossimi sette anni saranno necessari da 20 a 30 miliardi di euro aggiuntivi per finanziare il sistema sanitario gravato da sfide demografiche e stretto da mutamenti economici e sociali. "Il rischio è che il costo delle cure che i cittadini dovranno pagare di tasca propria finirà per raggiungere (nel 2025) quasi mille euro a testa".

L'INSODDISFAZIONE - Effetto di questa situazione è l'insoddisfazione degli italiani nei confronti della sanità pubblica. Il 68% degli occupati ha dovuto assentarsi dal lavoro per recarsi presso strutture sanitarie pubbliche per se stessi o per i propri familiari, perché erano chiuse in orari non lavorativi. Intanto non mancano i furbi: 12 milioni di italiani hanno saltato le lunghe liste d'attesa nel Servizio sanitario grazie a conoscenze e raccomandazioni. Ormai il 54,7% degli italiani è convinto che non si hanno più opportunità di diagnosi e cura uguali per tutti. Ciò comporta che il 37,8% degli italiani provi rabbia e rancore verso il Ssn per la malasanità e le liste d'attesa. Il 26,8% è critico perché spesso bisogna appunto pagare di tasca propria troppe prestazioni. Dall'altra parte, il 17,3% si sente protetto dal Servizio sanitario nazionale e l'11,3% si dichiara orgoglioso della nostra sanità. Ma per un miglioramento della sanità il 63% degli italiani non si attende nulla dalla politica. Per il 47% i politici hanno fatto troppe promesse e lanciato poche idee valide, per il 24,5% non hanno più le competenze e le capacità di un tempo.