Mercoledì 24 Aprile 2024

"Sono un uomo come voi". Ma ai fedeli serve una guida

L’esibita 'mediocrità' di Bergoglio in realtà toglie speranza a chi cerca risposte. Ignorati i problemi della Chiesa: gli abusi sessuali e l’emarginazione delle donne

Un momento dell'intervista di Fabio Fazio, 57 anni, a Papa Francesco

Un momento dell'intervista di Fabio Fazio, 57 anni, a Papa Francesco

Ha senza dubbio ragione chi, controllando le lancette dell’orologio del papa, ha scoperto che la sua intervista da Fazio era registrata e che le erano stati apportati dei tagli: ma forse è ovvio che un personaggio così importante si riservi il diritto di controllare la sua immagine, e anche di intervenire sul materiale registrato.

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Nessuno ha chiesto a Francesco la spontaneità, che poi non è neppure un requisito delle trasmissioni televisive, luogo, come si sa molto bene, dai mille trucchi di scena. Più importante è chiedersi cosa si aspettassero gli spettatori – tanti, certo, ma neppure tantissimi, se si pensa all’eccezionalità dell’evento e al battage pubblicitario che l’ha preceduto – da questo programma.

Forse molti si aspettavano qualche vera domanda, certo non cattiva o critica, ma almeno sincera, non finalizzata cioè solamente alla celebrazione del personaggio, e su questo Fazio ha mancato alla grande: l’unico suo obiettivo era di genuflettersi davanti a tanto ospite, forse per restituirgli quella sacralità che l’occasione stessa gli stava togliendo. Con la conseguenza di trasformare quella che doveva essere un’intervista in una celebrazione camuffata.

Ci ha pensato Bergoglio a smontare il piedestallo sul quale lo metteva Fazio presentandosi, in più di una risposta, come un uomo molto simile a tutti gli altri: insomma, un uomo come noi. Un uomo che ha paura della solitudine, che da bambino voleva fare il macellaio per diventare ricco, che da ragazzo ballava il tango, che guarda poco la televisione ed è convinto che un po’ di umorismo aiuti a vivere meglio… Certo sono affermazioni capaci di suscitare la simpatia del pubblico, che non sopporta chi esibisce distanza nel senso di una pretesa superiorità.

Ma noi fedeli abbiamo bisogno proprio di un papa così? Se la sua affettata mediocrità ci rassicura e ci fa simpatia, non possiamo negare che cancella ogni speranza di trovare in lui una guida, una persona migliore di noi che ci sappia portare per le strade del risveglio spirituale, che ci aiuti ad affrontare le angosce della morte e a comprendere il senso della vita. Se ci sentiamo frammenti senza valore nell’infinito dello spazio e del tempo vorremmo incontrare qualcuno che ci spieghi cosa siamo, dove andiamo, e non una persona che ci dica, più o meno, "sono anch’io spaventato quanto te!".

Presentandosi come uno di noi, inoltre, il papa evita di affrontare il problema dell’attuale crisi della chiesa, della quale è il capo visibile. Fazio lo segue su questa strada, evitando di chiedergli degli abusi sessuali che stanno drammaticamente distruggendo la fiducia nell’istituzione e sono la causa principale di un abbandono sempre più grave.

E non gli chiede del modo in cui sono tuttora ignorate le donne nella vita della comunità cattolica, di come le gerarchie continuino a chiudere gli occhi davanti agli abusi sessuali del clero sulle religiose. I cattivi sembrano stare tutti fuori: i politici guerrafondai, i produttori di armi, quelli che respingono i migranti… Dentro la chiesa il papa denuncia, in modo sacrosanto, solo un vizio: il clericalismo, che nasce dalla "mondanità spirituale".

Ma allora come mai i più stretti consiglieri del pontefice sono tutti preti? Sarebbe bello che il papa cercasse di rompere questo mondo chiuso e fosse d’esempio con rapporti di amicizia e di ascolto verso delle donne, religiose e no. Ma a un programma televisivo è inutile chiedere una parola di verità e coraggio: probabilmente l’audience diminuirebbe.