
I parigini. possono tornare a tuffarsi nella Senna. Non accadeva dal 1923
Leo TurriniPiccolo avvertimento ai navigatori della politica (e pure dei fiumi): occhio a prendersela con le presunte troppe promesse di Macron. Lui, il presidente della Francia: poco più di un anno fa l’inquilino dell’Eliseo aveva annunciato, d’intesa con la sindaca Hidalgo, che dopo oltre un secolo i parigini avrebbero ritrovato il piacere di fare il bagno nella Senna, restituendo attualità a tanti racconti e dipinti ambientati sulle sponde del mitico fiume. Seguirono feroci polemiche: alla Olimpiade del 2024 si disse che nuotatori e nuotatrici erano a rischio salute, dovendo tuffarsi in quelle acque pericolose, non balneabili e bla bla bla. Ma le competizioni furono disputate (e non morì nessuno). Sono passati dodici mesi. Et voilà, alla fine invece è vero. Da ieri e fino al 31 agosto tre siti lungo la Senna sono aperti al pubblico. Non accadeva dal 1923. I parigini possono festosamente mettersi in mutande e calarsi tra i flutti. Il risanamento del fiume è stato completato, gli scettici smentiti. Ma una cosa manca. Cosa? Eh, non c’è più in circolazione un Renoir. I suoi quadri meravigliosi (“La Seine a Chatou”, “La colazione dei canottieri”...) dedicati alla epopea fluviale manco l’intelligenza artificiale riuscirebbe a riproporli.