Mercoledì 24 Aprile 2024

Social tossici? Ma @Pontifex non li spegne

Massimo

Donelli

E alla fine parlò @Pontifex. Ovvero il Papa. Perché anche Sua Santità ha un account Twitter. @Pontifex, appunto. E se dice, come ha detto ieri, che i social media "sono diventati luoghi di tossicità, incitamento all’odio e notizie false" parla con cognizione di causa. E se sceglie, come ha scelto ieri, un evento mondiale per lanciare l’allarme (il congresso dei comunicatori cattolici in corso a Seul, Corea del Sud), beh allora vuol dire che Francesco ha deciso di dare il via a una campagna. Perché a preoccuparlo sono soprattutto gli effetti perversi che i social media possono avere sui giovani. I quali vanno aiutati, dice il Papa, "a sviluppare un senso critico, imparando a distinguere il vero dal falso, il giusto dall’errato, il bene dal male".

Sante parole. Che dovrebbero indurre i genitori e gli insegnanti a farsi tante domande e una in particolare: che cosa stiamo facendo per aiutare ragazze e ragazzi a utilizzare criticamente la gran massa di informazioni e immagini che ricevono ogni giorno sullo schermo dei loro smartphone? Perché è troppo comodo demonizzare tout court la rete come ieri si demonizzava tout court la televisione. Comodo e anche sciocco. Tanto è vero che il Papa, nel suo critico messaggio, non ha mancato di sottolineare come la comunicazione digitale sia stata preziosa nei mesi duri del lockdown. Di più: ha auspicato che sia colmato quanto prima il gap tecnologico che ancora impedisce agli ultimi di accedere a internet. No, @Pontifex non vuole spegnere il web, anzi. Semmai vuole che sia chiara a tutti, a cominciare dagli adulti, l’importanza dell’educazione all’uso della rete. E questa non può che venire dalla famiglia e dalla scuola. Diversamente, l’una e l’altra si rendono complici dei cattivi maestri e dei luridi orchi che insudiciano il web. Chiaro, papà? Chiaro, mamma? Chiaro, maestri e professori?