Mercoledì 24 Aprile 2024

Siberia, l’incendio fa paura È il più grande della storia

Il Nord Est della regione più vasta e più fredda della Russia brucia da settimane. Allarme di Greenpeace: fronte di fuoco lungo 2mila chilometri, ormai è ingestibile

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MOSCA

La Terra sta bruciando, letteralmente. La situazione incendi è a dir poco critica in molte zone d’Europa, Italia compresa, con le fiamme che hanno divorato i boschi in particolare in Calabria e Sicilia. Ma uno dei roghi più e grandi e drammatici allo stesso tempo per il pianeta, in questo momento, è quello che infuria da settimane nel Nord Est della Siberia. Ha raggiunto un livello senza precedenti, con le fiamme che devastano un territorio pari a tutti gli altri incendi del mondo messi insieme.

Si avvia infatti a diventare l’incendio più grande della storia del mondo, quello che sta devastando in particolare la regione della Jacuzia. La denuncia viene dai volontari di Greenpeace attraverso il quotidiano russo Moscow Times. Il fronte di fuoco è lungo 2.000 chilometri ed è assolutamente ingestibile a meno di forti piogge. La regione siberiana, la più grande e la più fredda della Russia, è devastata da roghi boschivi senza precedenti che ora sono più grandi di tutti gli altri incendi del mondo messi insieme. I residenti sono in stato di emergenza da settimane, e il fumo denso e acre copre gli insediamenti e raggiunge le città a migliaia di chilometri di distanza, mentre migliaia di volontari sono stati reclutati per combattere i roghi.

Il più grande di questi incendi ha superato 1,5 milioni di ettari, ha detto al Moscow Times Alexey Yaroshenko, responsabile forestale del gruppo ambientalista Greenpeace. "Questo incendio deve crescere di circa 400.000 ettari per diventare il più grande nella storia documentata", ha detto Yaroshenko. "è impossibile contenere questo incendio attraverso gli sforzi umani. I vigili del fuoco dovrebbero spegnere una linea di fuoco lunga 2.000 chilometri". Senza piogge importanti, "nella migliore delle ipotesi potremmo salvare gli insediamenti e le infrastrutture che si trovano nel percorso del fuoco" ha spiegato l’esponente di Greenpeace.

Alcune pratiche forestali dannose sono un fattore chiave dietro la diffusione senza precedenti degli incendi, ha detto l’esperta di Greenpeace Yulia Davydova al giornale russo, poiché le autorità regionali non sono tenute a spegnere gli incendi nelle cosiddette "zone di controllo", lontane dagli insediamenti umani. Il disboscamento, sia illegale sia legale, è un’altra causa comune, secondo i nuovi dati dell’organizzazione non governativa. Secondo il monitoraggio satellitare Copernicus dell’Unione Europea gli incendi della foresta siberiana hanno già emesso 505 megatoni di anidride carbonica, un record. Il fumo, osservato con i satelliti della Nasa, la scorsa settimana ha raggiunto il Polo Nord e sembra che sia la prima volta nella storia conosciuta. In tutta la nazione, quest’anno finora oltre 13,4 milioni di ettari di terra sono stati bruciati dagli incendi – un’area grande quanto la Grecia – dice Greenpeace, citando dati ufficiali.

r. i.