Mercoledì 24 Aprile 2024

Serpentara, il re delle scatole nere compra il paradiso terrestre per mezzo milione

Sbianchi cede l'isola al Comune. "Resterà un parco"

L'isola di Serpentara

L'isola di Serpentara

Roma, 12 settembre 2019 - L'ha comprata. Perché poteva e perché gli piaceva, e senza sogni nascosti di trasformarla in resort. L’isola di Serpentara, incanto sardo di roccia e macchia mediterranea nell’area marina protetta Capo Carbonara-Villasimius, ha un nuovo proprietario: è il romano Fabio Sbianchi (nella foto sotto), 57 anni, imprenditore nonché fondatore della Octo Telematics (scatole nere per auto e moto) con sedi a Roma, Londra, Boston, Stoccarda, Madrid, San Paolo. Speculazione? Tutt’altro. Sbianchi ha le idee chiare: "Mettere in sicurezza la torre spagnola di San Luigi" e poi cedere Serpentara "in comodato d’uso gratuito a Comune e Area marina protetta" perché "l’isola è un parco e deve rimanere tale".

Sbianchi ha rilevato Serpentara a un’asta fallimentare e a ottobre perfezionerà il rogito. Secondo l’Unione Sarda , che ha svelato questo atto d’amore per un territorio incontaminato, l’investimento per la proprietà si aggira attorno al mezzo milione di euro. E una cifra più o meno analoga servirà per il restauro della torre di avvistamento delle navi saracene, la pulizia dell’unico sentiero esistente, e la realizzazione di un accesso in sicurezza per uomini e materiali quando partiranno i lavori.

Fabio Sbianchi
Fabio Sbianchi

L’isola, distante 3 miglia marine dalla costa, ha una superficie di 134 ettari e un paesaggio dominato da arbusti e granito: è sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale soggetta alle regole del piano paesaggistico regionale. Tassativamente esclusa ogni costruzione. Al punto che, "per sbarcare, andrà realizzato un pontile galleggiante", spiega il direttore del parco marino Fabrizio Atzori. E sarà anche necessaria una deroga del ministero dell’Ambiente, "visto che la parte nord, unica accessibile dal mare, è interdetta alla navigazione". Sbianchi non è tipo da scoraggiarsi e ha ben presente in quali pastoie burocratiche si è consapevolmente cacciato. Il suo è il classico gesto di "un innamorato", così si definisce, pazzo per "questo angolo di Sardegna da preservare". Questa spumosa passione risale molto indietro nel tempo: "Dal 1991 vengo tutti gli anni". E figurarsi i prossimi.

Ora il neoproprietario conferirà questa gemma della natura a quelle istituzioni locali mai riuscite, in precedenza, a finanziare l’operazione. Giancarlo Dessì, sindaco di Villasimius, è decisamente soddisfatto: "Chi ha acquistato l’isola ha la nostra stessa visione: Serpentara deve rimanere un parco, ma finalmente fruibile per escursioni ambientali guidate".

Il regolamento sarà "molto stretto", anticipa il direttore dell’area marina: "Accesso limitato dietro pagamento di una quota che potrebbe essere anche di 20 euro a persona. Di sicuro nessuno potrà sbarcare in totale autonomia". Sbianchi è d’accordo, ma una richiesta ce l’ha anche lui. Il nome Serpentara proprio non gli piace: "Gliel’hanno messo i francesi, evoca una natura avversa. Sarebbe più bello isola di San Luigi, quella dove si allevavano i falchi dei viceré spagnoli". Urge referendum. Quanto meno tra i pennuti.