Sabato 12 Ottobre 2024

Caso Scurati, la Rai apre un procedimento disciplinare contro Serena Bortone. Nuova bufera su viale Mazzini

La conduttrice annunciò via social che il monologo dello scrittore era stato cancellato dal suo programma “senza spiegazioni plausibili”. Poi ne lesse il testo in trasmissione. L’ad Roberto Sergio: “Non ha rispettato la policy aziendale”

Serena Bortone (Ansa)

Serena Bortone (Ansa)

Roma, 8 maggio 2024 – Ancora acque agitate in Rai, con la faccenda Scurati che pare tutt’altro che conclusa. Viale Mazzini ha deciso di avviare un procedimento disciplinare contro Serena Bortone per il post che la conduttrice pubblicò dopo la decisione dell’azienda di eliminare l’intervento dello scrittore Antonio Scurati dal suo programma ‘Chesarà’, in onda su Rai 3. “Come da prassi nella contestazione si chiedono alla giornalista eventuali giustificazioni e chiarimenti”, si legge in una nota della Rai, che arriva due giorni dopo lo sciopero dei giornalisti contro “i tentativi di censura” dell’azienda. 

Il caso Scurati e le parole di Bortone

Riepiloghiamo brevemente: il 20 aprile scorso Serena Bortone annuncia via Instagram che il monologo di Scurati  – autore del celebre romanzo ‘M. Il figlio del secolo’, su Benito Mussolini, premio Strega nel 2019  – non andrà in onda, come invece era previsto. La conduttrice spiega di aver appreso “con sgomento e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato”, e di non aver ottenuto “spiegazioni plausibili” dai vertici aziendali. Poco dopo, in trasmissione, Bortone leggerà il testo del monologo, che disegna un fil rouge tra il fascismo e il governo Meloni. 

L’ad Rai: “Ha violato la privacy aziendale”

"È stato contestato a Bortone, come avvenuto in analoghi casi, il post pubblicato sui social in violazione della normativa della policy aziendale – spiega l’Ad Rai Roberto Sergio in Commissione Vigilanza – ci sono regole che devono essere rispettate da tutti i dipendenti. La normativa vieta di rilasciare dichiarazioni pubbliche su attività, notizie o fatti aziendali. La contestazione è un atto dovuto e seguirà l'iter previsto dal regolamento. Non è un provvedimento disciplinare, ma una richiesta di chiarimenti e spiegazioni che verranno valutati e poi si deciderà quale tipo di decisioni eventualmente intraprendere”.

"Se c'è un'uguaglianza di diritti c'è anche un'uguaglianza di doveri", è il parere del direttore generale Rai Giampaolo Rossi. La necessità di una autorizzazione al rilascio di dichiarazioni "vale per il direttore generale come per l'ultimo dei dipendenti assunto ieri". 

L’Usigrai: “Inaccettabile”

Ma per l’Usigrai (sindacato dei giornalisti Rai) la decisione dei vertici aziendali è inammissibile. “E così l’ha fatto – scrive il sindacato in un comunicato - Roberto Sergio l'uomo che da dirigente Rai, direttore della radiofonia attaccava pubblicamente sui social il Giornale Radio Rai, ora da Amministratore delegato fustiga a colpi di procedimenti disciplinari chi, anche attraverso i social difende la propria libertà e professionalità da un sistema di controllo ‘asfissiante’ sul lavoro dei giornalisti della Rai. I provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata. Il procedimento disciplinare aperto contro Serena Bortone è inaccettabile. Anche basta”. 

Pd: “Atto indimidatorio”

Inevitabili le polemiche politiche. Per il Pd il procedimento disciplinare nei confronti di Bortone è un avvertimento a tutti i giornalisti da parte di chi comanda la Rai. “Definisce l'idea che la dirigenza dell'azienda ha del pluralismo informativo – tuonano i parlamentari Pd in Commissione di vigilanza Rai –  Siamo di fronte ad un atto arrogante, minaccioso, intimidatorio. 'Colpirne uno per educarne cento’ è il motto che anima questa maggioranza che vuole rendere l'azienda del servizio pubblico il megafono del governo”.