Mercoledì 24 Aprile 2024

Scuola, Bianchi è già sotto assedio Regioni e sindacati: cambiare le norme

Il ministro: "In classe il 10 in sicurezza". Ma il partito del rinvio prende quota

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La scuola ricomincerà il 10 gennaio. Mario Draghi e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi (foto), sulla data di riavvio delle lezioni non transigono. Per il resto governo, regioni, presidi e sindacati litigano su quasi tutto. "Il rientro a scuola è sicuro", insiste Bianchi nell’incontro con i sindacati che lo accusano di "sgarbo istituzionale" per non aver voluto anticipare le misure che porterà oggi in Cdm (previa Cabina di regia). La Cgil attacca: "Se la scuola riapre senza un cambio di rotta si rischia il disastro, occorrono screening e tamponi". "Nella fascia 12-19 anni il 73% è già vaccinato, dunque oggi abbiamo un quadro già diverso rispetto a qualche settimana fa", invita alla calma il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Ma le opinioni generali sono meno ottimistiche.

La richiesta del presidente della Campania Vincenzo De Luca – rinviare di un mese l’inizio delle lezioni – trova orecchie attente in Eugenio Giani: "Se arrivasse la conclusione di aspettare una settimana o due per la ripartenza della scuola, la vedrei come abbastanza ragionevole", afferma il presidente della Toscana. E sulla riapertura delle aule – già lunedì prossimo – anche Luca Zaia (Veneto) invoca la certificazione della comunità scientifica.

La proposta delle Regioni prevede: alle materne, quarantena per sette giorni con un solo caso; alle elementari e in prima media, quarantena e interruzione della frequenza con almeno due contagiati; in seconda terze media e alle superiori, stop alla frequenza e quarantena con un minimo di 3 casi. Oggi la decisiva Cabina di regia. Esprimono "preoccupazione" anche i presidi, sposando la revisione dei protocolli.