Venerdì 13 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Strage Puglia, "errore per due treni fermi"

Interrogato per sei ore Vito Piccarreta, capostazione di Andria. Il macchinista nega la correzione a penna sul registro di partenza del treno dalla stazione di Andria, ma ammette di averlo fatto partire

Vito Piccarreta, il capostazione di Andria. (Ansa)

Trani, 18 luglio 2016 - E' terminato l'interrogatorio, in Procura a Trani, del capostazione di Andria Vito Piccarreta, uno dei sei indagati per il disastro ferroviario avvenuto in Puglia il 12 luglio. Un colloquio, quello tra il macchinista e i pm che indagano sulla dinamica dell'incidente del 12 luglio scorso, durato 6 ore, che ha portato alla luce un equivoco che sarebbe alla base dello scontro: il fatto di avere due treni fermi in stazione ad Andria avrebbe indotto a un automatismo Piccarreta, che ha ammesso davanti ai pm di aver fatto partire il treno ET1021 diretto verso Corato, che si è poi scontrato con il treno ET1016.

LA RICOSTRUZIONE - Il convoglio fermo ad Andria e diretto verso Corato - secondo la ricostruzione di fonti investigative - non doveva partire perché Piccarreta sapeva che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione. Piccarreta, quindi, dopo l'arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato (l'ET 1642), avrebbe agito in base ad un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta e ha fatto partire tutti e due i convogli, il primo verso Corato, l'altro verso Barletta. Questo alle 10.59. Attorno alle 11.07, un minuto circa dopo il disastro, risulta dai tabulati acquisiti dalla polizia, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno. A quell'ora nessuno dei due capistazione sapeva che c'era stato il disastro ferroviario.

Dall'interrogatorio sarebbe anche emerso che la partenza non sarebbe stata determinata solo dal via libera di Piccarreta, ma anche dall'azione di altre persone così come previsto dal regolamento ferroviario. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche i tabulati delle telefonate intercorse tra le due stazioni, dal momento che il via libera alla partenza dei treni sulla linea Bari Nord avviene ancora tramite il cosiddetto "consenso telefonico".

IL GIALLO DEL REGISTRO MODIFICATO - Il capostazione, secondo quanto riporta il difensore, Leonardo De Cesare, ha disconosciuto l'alterazione fatta a penna sul registro di partenza del treno dalla stazione di Andria. Oltre alla dinamica dell'incidente, infatti, al centro delle indagini c'è il giallo che riguarda l'annotazione sul registro dell'orario di partenza del treno di Andria (alle 10.59) che si è scontrato con quello proveniente da Corato: risulta modificata. 

Tra Andria e Corato i due treni, che viaggiavano su binario unico in due direzioni opposte, si sono scontrati dopo le ore 11. Un impatto devastante che ha provocato 23 morti e 50 feriti. Piccarreta avrebbe avvisato il collega di Corato, Alessio Porcelli, che alle 10.59 partiva il treno diretto dal capoluogo della Bat verso la cittadina del Barese. L'annotazione a penna con correzione è ritenuta sospetta, facendo intuire che la partenza effettiva del convoglio sia avvenuta dopo le 11 e poi sia stata modificata. Ma Piccarreta ha prontamente smentito che possa essere sua. "Non ho modificato l'orario sul registro, quella grafia non è mia", ha detto il macchinista ai magistrati. 

Secondo la versione difensiva, dunque, la modifica dell'orario di partenza del treno è posticcia, ma riporta comunque come orario di partenza le 10.59, orario in cui il capostazione dice di aver fatto partire il treno. Piccarreta, infatti, ha detto ai magistrati che lo interrogano ormai da quattro ore, "di non avere dubbi" sul fatto che il treno sia partito da Andria alle 10.59. L'interrogatorio continuerà fino al pomeriggio davanti al procuratore facente funzioni di Trani, Francesco Giannella, e a quattro magistrati del pool incaricato delle indagini.

VERBALI SECRETATI - Entrambi i verbali dei due capostazione, Porcelli e Piccarreta, sono stati secretati dalla procura di Trani.

LORENZIN DAI FERITI - Intanto il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, ha fatto visita ai feriti ricoverati al Policlinico di Bari, sopravvissuti all'incidente ferroviario in cui sono morte 23 persone. Tra loro c'è anche il capotreno Nicola Lorizzo. Agli stessi feriti, nei giorni scorsi, aveva ha fatto visita il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. "Li ho trovati tonici", ha commentato il ministro riferendosi alle condizioni dei feriti, aggiungendo che tutti i pazienti hanno ringraziato, come ha fatto lei stessa, il personale del Policlinico.