"La Fondazione diventi una Ong". Apriti cielo. Sono volati gli stracci tra il vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego e il sindaco leghista Alan Fabbri (in foto) riguardo al futuro della Fondazione Fratelli Navarra, costituita nel 1923 e dotata di un patrimonio immobiliare di oltre 600 ettari di terreno agricolo nella provincia estense. Per il prelato, che ne ha parlato durante una cerimonia per il centenario, la Fondazione dovrebbe "diventare una porta sul mondo, magari attraverso la trasformazione in Ong". L’obiettivo dell’ente, secondo Perego, dovrebbe essere quello di "dare casa, scuola, lavoro e terra" alle persone che arrivano in Italia come rifugiati. Parole che hanno fatto sbottare il sindaco Fabbri. "La terra di proprietà altrui da ‘regalare’ agli immigrati? Le dichiarazioni dell’arcivescovo – ha affermato – esprimono una inopportuna presa di posizione politica in un contesto che non era certo politico e da parte di chi non dovrebbe fare politica, ma prendersi cura delle anime". Poi l’affondo finale. "Trovo gravissimo – ha tuonato – che un prelato si permetta una tale disinvoltura nel maneggiare situazioni complesse, esprimendo, in un contesto non certo adeguato o coerente, ‘soluzioni semplicistiche’". In serata la controreplica della Curia. "Le parole del sindaco – si legge in una nota – sono assurde, inventate, offensive: non si è parlato di ‘regalare’ la terra agli immigrati, ma semmai di farsi aiutare dagli immigrati a lavorarla".

Cronaca

"La Fondazione diventi una Ong". Apriti cielo. Sono volati gli stracci tra il vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego e il sindaco leghista Alan Fabbri (in foto) riguardo al futuro della Fondazione Fratelli Navarra, costituita nel 1923 e dotata di un patrimonio immobiliare di oltre 600 ettari di terreno agricolo nella provincia estense. Per il prelato, che ne ha parlato durante una cerimonia per il centenario, la Fondazione dovrebbe "diventare una porta sul mondo, magari attraverso la trasformazione in Ong". L’obiettivo dell’ente, secondo Perego, dovrebbe essere quello di "dare casa, scuola, lavoro e terra" alle persone che arrivano in Italia come rifugiati. Parole che hanno fatto sbottare il sindaco Fabbri. "La terra di proprietà altrui da ‘regalare’ agli immigrati? Le dichiarazioni dell’arcivescovo – ha affermato – esprimono una inopportuna presa di posizione politica in un contesto che non era certo politico e da parte di chi non dovrebbe fare politica, ma prendersi cura delle anime". Poi l’affondo finale. "Trovo gravissimo – ha tuonato – che un prelato si permetta una tale disinvoltura nel maneggiare situazioni complesse, esprimendo, in un contesto non certo adeguato o coerente, ‘soluzioni semplicistiche’". In serata la controreplica della Curia. "Le parole del sindaco – si legge in una nota – sono assurde, inventate, offensive: non si è parlato di ‘regalare’ la terra agli immigrati, ma semmai di farsi aiutare dagli immigrati a lavorarla".

Scontro sui profughi  tra sindaco e vescovo:  "Basta fare politica,  pensi a curare le anime"  

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