Venerdì 26 Aprile 2024

Schettino sta per lasciare il carcere: archivierà atti sulla strage di Ustica

L’ex comandante ha scontato metà della pena a 16 anni. Si occuperà di digitalizzare i documenti sul Dc9 Itavia

L’ex comandante Francesco Schettino oggi ha 61 anni

L’ex comandante Francesco Schettino oggi ha 61 anni

Isola del Giglio (Grosseto), 23 settembre 2022 - Era nell’aria da mesi la progressiva uscita dal carcere di Francesco Schettino – l’ex comandante della Costa Concordia condannato a sedici anni per il naufragio dell’enorme nave da crociera, il 13 gennaio del 2012 – considerando che da dicembre dello scorso anno ha iniziato a godere di permessi premio. Riassaporando l’aria al di fuori del carcere di Rebibbia dove è entrato a maggio 2017. Da maggio scorso, invece, ha maturato il diritto di chiedere misure alternative alla detenzione in cella e pare proprio che il capitano di Meta di Sorrento, starebbe per uscire dal carcere per iniziare il lavoro seduto dietro una scrivania della Discoteca di Stato.

Pronto a occuparsi di carte processuali – lui che in questi anni di reclusione si è dedicato agli studi giudiziari e di giornalismo – addirittura incaricato della digitalizzazione degli atti d’inchiesta relativi alla strage di Ustica. Un contrappasso? Mah. Lui ritenuto responsabile principale della strage della Concordia, costata la vita a 32 persone, quel maledetto 13 gennaio, ora va a occuparsi di sistemare le carte di uno dei più grandi misteri italiani, dove di vittime ce ne sono state 81. La nuova attività, stando a quanto riferito dall’Ansa, avrebbe dovuto iniziare alcuni giorni fa, ma sarebbe slittata probabilmente per problemi burocratici. E che Schettino sia ancora in carcere ci viene confermato anche da uno dei suoi legali, l’avvocato Saverio Senese. "Guardi – spiega – mi risulta che sia ancora in carcere, sinceramente. Anche se devo ammettere che di questa vicenda si è occupata principalmente la mia collega Astarita. Ma l’idea è certo di accedere ai benefici previsti dalla legge". La collega Astarita preferisce non rilasciare dichiarazioni e si trincera dietro un "non mi risulta, non ho nulla da dichiarare".

La richiesta per Schettino, che da anni è impegnato in lavori socialmente utili all’interno della casa circondariale romana, sarebbe stata avanzata dalla direzione del carcere. L’attività cui dovrebbe essere assegnato è riservata ai detenuti meritevoli e capaci, per riportare alla luce immateriali testimonianze e atti giudiziari fondamentali risalenti a diversi decenni fa. È già praticata da tempo in altre situazioni di altri detenuti, che operano in un ambiente di videosorveglianza nella casa circondariale e scansionano le carte che compongono i fascicoli nell’ordine preciso in cui li trovano, sotto la costante supervisione di archivisti-formatori. Il contenuto delle carte e delle registrazioni audio viene poi inserito nella banca dati dell’Archivio di Stato di Roma. In una fase iniziale i detenuti scelti per questa attività, hanno dovuto seguire corsi di formazione.

A Schettino viene quindi servita la possibilità di un parziale riscatto. Di una nuova responsabilità, che non è certo la guida di una nave da crociera, ma la possibilità di far riemergere dall’oblio carte e testimonianze di vicende cruciali nella storia dell’Italia. L’inizio di una nuova vita? Probabile. Dopo le delusioni di essersi visto bocciare la richiesta di revisione del processo e di non avere trovato la giustizia cercata alla Corte europea di Strasburgo, a cinque anni dall’ingresso dietro le sbarre, per l’ex comandante di Meta di Sorrento potrebbe iniziare a soffiare il vento il poppa.