Venerdì 3 Maggio 2024

Sapessi come è strano stare distanti a Milano. Traffico e gente a spasso: lockdown fa flop

Il coprifuoco di primavera è solo un lontano ricordo. Appello del sindaco Sala per abbassare i contagi: "Cittadini, state a casa"

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Ora di punta del primo martedì da lockdown autunnale. Nel quartiere Corvetto, ma è così anche nella zona di Maciachini o sulla circonvallazione vicino ai Navigli e in generale nei diversi spicchi della città, la zona rossa non si percepisce. Basta rivolgere lo sguardo alle strade della città, nuovo epicentro dell’epidemia: rombi ai semafori preannunciano lo scatto dei veicoli in attesa, che arriva puntuale non appena la luce diventa verde. Nei parchi cittadini, non c’è la folla di appena tre giorni fa, quando una bella domenica di sole ha attirato migliaia di milanesi sui prati a godersi il sole, sulle panchine o nei campi da basket. Come nei supermercati ci sono file di clienti in paziente attesa, tanti anche anziani, e piccoli assembramenti ai banchi dell’ortofrutta o davanti agli scaffali dei prodotti che vanno per la maggiore. La mattina, i genitori sciamano – a piedi o in auto – per portare i figli piccoli nelle scuole rimaste aperte.

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L’eccezione è nel pieno centro storico, dove il silenzio è rotto quasi soltanto da passaggi di tram, qualche taxi sparuto o moto. Tante, invece, le biciclette. La situazione che appare sotto gli occhi girando di quartiere in quartiere rende lontani, nella realtà, gli scenari che si prefiguravano la settimana scorsa ricordando il primo lockdown, quando per le strade sembrava essere calato davvero il deserto, con pochissimi veicoli in movimento salvo mezzi pubblici e serpentoni fuori dai supermercati accanto a sfilze di serrande abbassate. In questa che è una ’chiusura più soft’ rispetto alla precedente, considerando il numero di negozi aperti, le scuole per i più piccoli ancora "in presenza" e le attività consentite, per le strade pulsa ancora la vita. Meno, certo, rispetto a periodi normali, ma certamente di più se il paragone è con marzo o aprile. Lo testimoniano i clacson, gli incolonnamenti nelle ore di punta, gli affollamenti alle rotonde, che non fanno pensare di essere nel pieno dell’emergenza sanitaria.

Si diceva del quartiere Corvetto: all’ora di pranzo, al semaforo che da corso Lodi fa avanzare verso la rotonda del piazzale, il numero di veicoli pare lo stesso della settimana prima e pure di quella precedente. Il motorino di un rider schizza per primo, quando arriva il via libera del verde, seguito subito da tre auto e un furgone. Poi si fanno largo un’altra macchina, un secondo camioncino, ancora un’auto e una moto, altri tre veicoli uno di seguito all’altro. Ne sfilano altri dieci, prima che il semaforo diventi di nuovo rosso.

Coda pure in via Litta Modignani, tra la Bovisasca e la Comasina, e anche in corso Genova, sulla circonvallazione di viale Cassala e nel tratto che porta allo Stadera. Ma pure sui marciapiedi si vedono più cittadini del previsto. La sensazione è che ci sia un atteggiamento diverso, che rende appunto questo lockdown anomalo. Anche di notte, in pieno coprifuoco, centinaia di rider coprono distanze a quell’ora sì, deserte, per portare la cena nelle case dei milanesi.

E sui mezzi pubblici? Il numero di passeggeri è sotto del 70% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quindi quando l’emergenza Covid non esisteva. Ma in primavera il picco era stato del 90% in meno. Insomma, il deserto sognato da chi invoca il "tutti chiusi in casa" è solo un miraggio.

Non a caso il sindaco Giuseppe Sala ha rinnovato l’appello ai milanesi a stare a casa, per far crollare la curva dei contagi e sperare di riconquistare davvero la normalità. A proposito di parchi nella "zona rossa": è qui che si riversano molti sportivi rimasti orfani delle palestre, per allenarsi. C’è chi si sistema nelle aree attrezzate, con sbarre e percorsi. "Lo possiamo fare – si difendono – in base al Dpcm: questa è attività motoria individuale svolta all’aperto, a distanza dalle altre persone e vicino alle nostre case". Un’altra attività che allontana la sensazione da lockdown.