Roma, 3 maggio 2024 – Emmanuel Macron non molla. Per provocare il Cremlino con le sue stesse armi, in una lunga intervista all’Economist il presidente francese torna a non escludere l’eventualità dell’invio di truppe di terra occidentali in Ucraina. E in vista delle europee spara a zero sui nazionalisti ("Dico agli europei: svegliatevi! Tutti i nazionalisti europei sono Brexiteers nascosti. In un certo senso è come se dicessimo che non è un problema se affidiamo la banca ai rapinatori. Quando sono intorno al tavolo, prendono l’Europa in ostaggio").
Macron salva però Giorgia Meloni alla quale – archiviati i dissapori – dà la patente di politica europea. Dalle critiche ai nazionalisti, tiene infatti fuori Giorgia Meloni: "La leader del governo italiano – ha detto – ha un approccio europeo", in particolare per aver "appoggiato il patto asilo e migrazioni: me ne compiaccio".
Ma l’intervista batte come un fabbro contro il Cremlino. "Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina, cosa che oggi non avviene, dovremmo legittimamente sollevare la questione dell’invio di truppe – ha detto Macron al settimanale britannico –. Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni, in cui i Paesi della Nato si sono inizialmente rifiutati di inviare carri armati e aerei in Ucraina prima di cambiare idea".
"La Russia – ha proseguito – oggi è diventata una potenza sovraequipaggiata che continua ad investire massicciamente in armi di ogni tipo e che ha una postura di mancato rispetto del diritto internazionale, di aggressività territoriale e di aggressività in tutti i campi conosciuti della conflittualità. Dal 2022, sempre più, Mosca ha aggiunto la minaccia nucleare esplicita, talvolta disinibita, attraverso la voce del Presidente Putin stesso, e questo in modo sistematico. Oggi è una potenza di destabilizzazione regionale. E quindi sì, la Russia, con il suo comportamento e le sue scelte, è diventata una minaccia per la sicurezza degli europei". Da qui il dovere di non consentire che prevalga in Ucraina.
La risposta di Mosca è per una volta quasi ironica. "Lo dice ogni settimana – ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova – pare che questo ha qualcosa a che fare con i giorni della settimana, è il suo ciclo". Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini l’ha invece preso alla lettera, postando su X il seguente messaggio: "Mai un soldato italiano a morire nel nome di Macron. Io la penso così".
Una cosa è certa, né gli Stati Uniti né la Gran Bretagna o la Germania, tantomeno l’Italia, al pari della stragrande maggioranza dei governi di Paesi Nato (esclusi giusto la Francia e i baltici) hanno mai ventilato l’invio di truppe di terra: Biden in testa, sono tutti apertamente contrari. "Difendiamo l’Ucraina, diamo aiuti economici, politici, materiale militare per permettere alle forze armate ucraine di difendersi dall’aggressione russa, – ha ribadito qualche giorno fa il ministro degli Esteri, Antonio Tajani – ma non siamo in guerra con Mosca. Abbiamo sempre detto che non abbiamo inviato, non inviamo e non invieremo mai soldati italiani a combattere in guerra contro la Russia". Anche le parole sono importanti ed è bene non rischiare di essere mal compresi e rischiare così un conflitto globale. Già bastano e avanzano le guerre attuali.