Giovedì 25 Aprile 2024

Salvini: compatti alle urne Dalla Meloni sì a tre quesiti

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di Antonella Coppari

Giorgia si smarca di nuovo. La leader di Fd’I appoggia solo in parte la crociata di Salvini e di Berlusconi contro la magistratura e sta bene attenta a non inimicarsi quella parte di opinione pubblica che reclama carcere facile, certezza della pena e pugno duro contro i politici pur se non condannati in via definitiva. "Appoggiamo 3 dei 5 quesiti sulla giustizia", sottolineano nel partito. In particolare, "siamo contrari all’abrogazione tout court della legge Severino perché lascerebbe un vuoto normativo in un tema complesso come la corruzione in politica, e all’introduzione di limiti alla custodia cautelare, utilizzata in Italia soprattutto per i reati di stupro e spaccio".

La differenziazione è significativa. "Non voglio polemizzare – assicura il leader del Carroccio – ma dai referendum può nascere un centrodestra nuovo, moderno, liberale, garantista". Non si tratta più solo dell’eterna competizione tra partiti per molti versi simili quali sono la Lega e Fd’I. Ora sull’onda dei consensi crescenti registrati dai sondaggi Giorgia Meloni mira al bersaglio grosso: ereditare una congrua parte dei voti persi dal Movimento 5stelle. Nessuno meglio di lei sa che solo un risultato elettorale clamoroso le eviterà quella chiusura in un ghetto a cui mirano proprio tutti, rivali e amici ’relativi’. Per bissare il successo dei grillini nel 2018 è necessario il sostegno di quella parte di elettorato più incarognita contro il Palazzo. Per mantenere il suo zoccolo duro, che in fondo proviene – anche se con ascendenza lontana – dal Msi di Giorgio Almirante non si può chiedere di eliminare la custodia cautelare.

Insomma, per la prima volta intorno ai quesiti della giustizia tra Lega e Fd’I si consuma un distacco non legato solo a una pura questione di primato ma che chiama in causa linee politiche fondamentalmente differenti. C’è il Carroccio che si avvicina al garantismo di Silvio Berlusconi, e c’è Fd’I che mira a fare il pieno imponendosi come partito di protesta e d’ordine. Quanto a Salvini sta giocando l’ennesima partita azzardata. " È una bellissima giornata per la democrazia e l’Italia. Dopo 30 anni da Tangentopoli ora gli italiani possono di nuovo fare una rivoluzione pacifica", scandisce. Certo la vittoria nei referendum sulla giustizia rappresenterebbe un successo clamoroso che squasserebbe l’intero quadro politico. Ma una sconfitta sarebbe il suo ennesimo insuccesso. E di sconfitta in sconfitta persino la sua posizione che nella Lega è ancora saldissima potrebbe vacillare.