Giovedì 25 Aprile 2024

Salone Nautico di Venezia, Marina militare in campo contro l'inquinamento del mare

Dal 29 maggio al 6 giugno torna all'Arsenale per la seconda edizione e raddoppia le barche esposte

Il salone nautico di Venezia

Il salone nautico di Venezia

Roma, 28 marzo 2021 - Il Salone Nautico di di Venezia (29 maggio- 6 giugno)torna all'Arsenale per la seconda edizione e raddoppia le barche esposte con una massiccia presenza della Marina militare che schiera una vera e propria flotta con le navi Crotone (unità cacciamone), Aretusa (Unità idrogeografica), Ponza (unità per il supporto dei fari), Cabrini (unità di assistenza alle Forze speciali).  A Venezia non può mancare anche un plotone dei Fanti di marina, i Leoni di San Marco, presenti insieme agli incursori del Comando subacquei e incursori (Comsubin). Questi ultimi sono pronti a stupire in una esercitazione di lancio con paracadute in acqua da un elicottero. A corredo le Frecce tricolori in sorvolo sulla città lagunare.

Venezia ritorna così ad essere la Regina dei Mari attraverso il Salone nautico che testimonia il rilancio di una intera economia della Serenissima che è anche preziosa arte navale con i suoi cantieri, i suoi maestri d'ascia e i suoi tecnici. Tra le novità del Salone, il cantiere Milyus è presente per la prima volta a Venezia con una barca di 23 metri, il 76FD (Flush Deck); il gruppo Azimut Benetti espone al debutto in Europa il Magellano 25 nella sua versione Timeless; Ferretti Group presenta ben due novità mondiali: il Ferretti 1000, la più grande costruita con marchio storico da cui è nato poi il gruppo, e il 43 Wallytender nella versione fuoribordo, barca particolare per la soluzione delle fiancate apribili, che pur con l'uso dei fuoribordo trasformano la poppa in una spiaggetta. Ampio spazio è poi dato alle imbarcazioni elettriche, la nuova frontiera ecosostenibile.

Ma il Salone di Venezia è anche l'occasione per lanciare attraverso la Marina militare un messaggio di impegno ambientale verso la tutela degli Oceani e del mare in generale. Certo, la Marina mette in mostra i propri gioielli operativi, le proprie imbarcazioni, le proprie componenti specialistiche, ma in questa occasione con un convegno dal titolo 'Oceani sunt servandi, proteggere il mare e le sue risorse', ricorda a tutti noi che questo patrimonio si deve proteggere mentre l'uomo in molte occasioni lo maltratta. "Vogliamo diffondere meglio la cultura marittima nel nostro Paese - spiegano i vertici della Marina - e per promuovere nell'opinione pubblica una maggiore consapevolezza della centralità del mare per la sicurezza dell'Italia e per il sostegno di una parte del sistema socio- economico". Dunque esperti civili e militari attraverso la due giorni di studi veneziani tracciano la linea di difesa del mare. La Marina in questa operazione ecologica, fortemente voluta anche dal capo di Stato maggiore ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, mette a disposizione le campagne di studi condotte dall'Istituto Idrografico e in parte effettuate in giro per il mondo con unità come la nave polivalente di ricerca Alliance nei mari del Nord. Gli oceani e gli altri bacini sono un immenso scrigno di risorse, un patrimonio molto più fragile di quanto si creda di proprietà dell'intera umanità. Sta all'uomo preservarlo.

E proprio sul valore geoeconomico globale del mare, la Marina militare ha avvertito la necessità di approfondire il tema della tutela delle acque, intese come ambiente da proteggere e salvaguardare, sia rispetto all’antropizzazione delle coste, sia in rapporto allo sfruttamento delle sue risorse (alimentari, energetiche, minerarie).  Naturalmente, l’imperativo categorico della conservazione ambientale deve restare in equilibrio con le attività economiche. Il mare, infatti, ricopre un ruolo insostituibile nei processi di globalizzazione economica – innanzitutto attraverso la rete dei trasporti marittimi globali – ma anche nello sfruttamento delle risorse energetiche (sia quelle legate agli idrocarburi, sia quelle “verdi” quali l’energia eolica o, in un futuro non troppo lontano, quella mareomotrice). I fondali sono anche sede delle infrastrutture come i cavi subacquei in fibra ottica che consentono il trasferimenti di conoscenze e valuta virtuale che sono sempre più centrali in un processo di dematerializzazione della ricchezza globale. E ora tutti a bordo.  

Beppe Boni